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Senza le Province, più costi, più centralismo e meno democrazia
Consiglio Direttivo Upl straordinario a Milano il 2/9 sulla riforme in atto

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Sul tema della riforma degli Enti Locali contenuta nella manovra finanziaria, si è svolto questa mattina a Milano un Direttivo straordinario dell'Unione Province Lombarde, presieduto dal Vice Presidente Vicario Upl On. Guido Podestà (Presidente della Provincia di Milano) con il collega Vice Presidente Upl Dario Allevi (Presidente della Provincia di Monza e della Brianza), presenti i Presidenti delle Province di Cremona (Massimiliano Salini), Lodi (Pietro Foroni), Mantova (Alessandro Pastacci), Pavia (Daniele Bosone) e Sondrio (Massimo Sertori), i Vice Presidenti delle Province di Lecco (Antonello Formenti) e Varese (Gianfranco Bottini), gli Assessori delle Province di Brescia (Giorgio Prandelli) e Como (Mario Colombo), il Coordinatore della Consulta Upl dei Presidenti dei Consigli provinciali Bruno Dapei, il Responsabile della Segreteria Tecnica Upl Dario Rigamonti.

Durante l'incontro i Presidenti delle Province lombarde si sono espressi favorevolmente - anche dopo lo stralcio dell'art. 15 del Decreto Legge 138/2011 a seguito dell'emendamento presentato dal Governo ieri, fatta eccezione per il confermato dimezzamento dei Consiglieri provinciali - ad una riforma complessiva del sistema, ma hanno chiesto una riflessione organica sulle modifiche da apportare a tutti i livelli di governo, compresa la riduzione del numero dei parlamentari e dei consiglieri regionali, la progressiva riduzione dei contributi alle Regioni e Province a Statuto speciale e la soppressione dei 7 mila enti intermedi che, per i soli CdA, costano oltre 2,5 miliardi di euro.

Nel corso dell'incontro, l'0n. Guido Podestà - che ha sostituito il Presidente UPL, Leonardo Carioni, impossibilitato a partecipare alla riunione - a nome di tutti i Presidenti ha spiegato che “Serve un’operazione verità sui reali costi e benefici delle Province, perché eliminarle non significa diminuire ma anzi aumentare la spesa pubblica e rinunciare ad un pezzo di democrazia, togliendo ai cittadini la possibilità di giudicare e scegliere i propri amministratori”.

“Le Province – ha rilevato Podestà – pur rappresentando solo l’1,5% della spesa pubblica, svolgono funzioni fondamentali per la vita dei cittadini, tra cui, in particolare, la manutenzione e la gestione di strade e scuole, la formazione professionale, il reinserimento nel mondo del lavoro dei disoccupati e la tutela ambientale. Le Province lombarde hanno un buon livello di efficienza e di controllo della spesa e il costo della parte politica è di appena 1 euro pro capite. Qualcuno suggerisce di affidare tali competenze ad altri enti, ma se venissero affidate ai Comuni la frammentazione degli interventi farebbe crescere costi ed inefficienze, se invece fossero assegnate alla Regione, per effetto del diverso inquadramento contrattuale dei dipendenti, si produrrebbe maggiore spesa - come peraltro rileva il servizio bilancio del Senato - stimata in circa il 20%.”

UPL ha quindi denunciato un problema gravissimo: la rigidità dei vincoli del patto di stabilità, “che sta soffocando l’attività delle Province” ha affermato Podestà, che ha aggiunto: “è paradossale che non ci sia permesso di pagare i fornitori che hanno realizzato opere pubbliche, producendo un dissesto economico nelle aziende e facendo così perdere posti di lavoro.”

I Presidenti lombardi hanno infine chiesto al Governatore Formigoni “un incontro urgente, anche alla luce di alcune sue recenti dichiarazioni” hanno concluso Podestà e Allevi, “vogliamo capire se è ancora convinto che le Province lombarde siano, come ha sostenuto in passato, i dodici cilindri ben oliati e funzionanti del motore Lombardia”.

Il Presidente Podestà, a margine dell'incontro, ha confermato l'intentenzione di lavorare con il sindaco di Milano Pisapia, per il progetto della città metropolitana. "Milano ha una realtà diversa rispetto alle altre Province della Lombardia - ha detto - e si sta lavorando con il sindaco Pisapia per accelerare su questo processo, ci sono dei fatti evidenti ad esempio in campo ambientale e di mobilità che devono essere governati a un livello superiore rispetto a quello comunale". Per il presidente della Provincia inoltre grazie al fatto che nel progetto siano coinvolte un'istituzione di centrodestra e una di centrosinstra "magari si riesce a trovare un consenso più ampio".

“La Provincia di Lodi e' stata l’unica Provincia lombarda ad essere inclusa nel taglio previsto nel testo del Decreto Legge 138/2011. Questo fatto, sotto molti punti di vista, risulta incomprensibile oltre che ingiusto, soprattutto in considerazione delle motivazioni espresse durante la presentazione del Decreto stesso, che doveva avere come scopo primario il risparmio delle risorse nazionali. Nei fatti, invece, si è visto che il risparmio si sarebbe tradotto nell’individuare l’1,5% della spesa pubblica complessiva riservata a tutte le Province del paese, ridurne solo alcune e trasferire i relativi costi sulle Regioni, che avrebbero dovuto farsi carico delle funzioni lasciate dalle province senza però rispondere alle esigenze del territorio, insomma una confusione fra costi, competenze e responsabilità”, queste le parole del Presidente della Provincia di Lodi, Pietro Foroni, pronunciate nel corso del suo intervento durante il Direttivo.

“Il Decreto - ha spiegato il Presidente Foroni - risulta essere incompleto anche per la parte attuativa dello stesso, prevedendo il taglio delle province entro il 2014 ma non dicendo nulla sull’eventuale commissariamento dopo quella data, pensando, utopisticamente, che si sarebbero potute risolvere e trasferire tutte le funzioni entro pochi anni. I risparmi di spesa, inoltre, non sarebbero stati in linea con quelli preventivati dal Governo, perchè, si sarebbero innescati meccanismi tali da rendere difficoltosa la gestione delle funzioni territoriali fino ad oggi di competenza territoriale mentre un domani, probabilmente, gestiti da super funzionari con ampie competenze amministrative ma privi di ogni mandato popolare. Per quanto riguarda il personale oggi in forza alle Province, anch’esso si sarebbe dovuto trasferire alle Regioni, con ulteriore aggravio della spesa oggi riservata a tale voce di bilancio e una contemporanea diminuzione delle preziose sinergie impiegate e pensate per il territorio sul territorio. Per tale motivi, UPL deve prendere una forte posizione – continua Foroni – in linea con i legittimi principi d’autonomia ed indipendenza a noi propri, individuati dal Legislatore costituente per guidare i nostri territori con la necessaria libertà che ci consente margini di competenza tali da poter amministrare le Province, forti di un mandato elettorale espresso dai cittadini, i quali, poi, usufruiranno dei servizi e quindi potranno giudicare e toccare con mano il lavoro svolto dai loro amministratori e non da burocrati nominati da altri apparati amministrativi.

Altro problema, invece, è la revisione Costituzionale delle autonomie locali - ha spiegato ancora Foroni - verso la quale esprimo parere favorevole, anche se con importanti principi a mio avviso inderogabili: è inimmaginabile credere di poter trasferire tutte le competenze senza creare organismi territoriali intermedi tra Comuni e Regioni, che possano farsi carico delle gravose competenze dei territori oggi affidati alle Province; non è tagliando gli Enti territoriali che si possono risparmiare i soldi, bensì, tagliando i diversi e molti sprechi che oggi sono sotto gli occhi di tutti. E’ agendo così che gli Enti territoriali potranno poi disporre di maggiori risorse da destinare ai servizi per i cittadini. Sembra un concetto semplice, ma si tratta di un riepilogo che andrebbe invece applicato con maggiore rigore. Per questo motivo, credo fermamente che le competenze territoriali debbano essere aumentate e non ridotte.

La Provincia di Lodi – ha concluso Foroni – negli ultimi anni è stato un’Ente virtuoso, che ha saputo risparmiare risorse aumentando i servizi ai cittadini. Vincolati da un patto di stabilità, senza il quale avremmo potuto disporre di maggiori risorse. In ogni caso, siamo stati in grado di dare risposte concrete e tangibili ai molti problemi del nostro territorio. Ed e’ proprio con questo spirito che dobbiamo continuare a difendere i principi di autonomia e territorialità, sconfiggendo gli sprechi che si trovano in altre parti del bilancio del paese”.


Milano, 2 settembre 2011