"Un incontro cordiale e costruttivo, nel corso del quale le Province lombarde hanno ribadito le enormi preoccupazioni circa l'insostenibile situazione che verrebbe a crearsi qualora il DDL Delrio venisse approvato così come attualmente formulato”. Ha definito così il Presidente dell'Unione Province Lombarde e Presidente della Provincia di Sondrio Massimo Sertori l'incontro, svoltosi oggi a Milano presso la sede provinciale di Palazzo Isimbardi, tra i Presidenti delle Province lombarde e l'On. Elena Centemero, membro della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei Deputati e relatore del DDL Delrio.
“Abbiamo evidenziato – sottolinea Sertori - le peculiarità del sistema Lombardia, che da solo produce il 30% del PIL nazionale: la Regione, le Province, i Comuni, le aziende e tutti i nostri cittadini, con il loro modo di fare e di essere, contribuiscono all'eccellenza lombarda. Questa si fonda su un modello istituzionale del tutto peculiare, dove la Regione ha delegato, secondo il principio di sussidiarietà, oltre 200 funzioni alle Province. Eliminare un livello importante come quello provinciale intermedio significherebbe far tornare quelle funzioni in capo alla Regione, dato che i Comuni, in Lombardia 1544 di cui un migliaio sotto i 5000 abitanti, non sarebbero assolutamente in grado di accollarsene la gestione. Questo porterebbe a un ingolfamento del sistema, con i relativi aumenti di costi e inefficienze, e quindi al caos istituzionale. Inoltre, la sostituzione delle Province con enti intermedi di secondo livello, quindi non eletti direttamente dai cittadini, provocherebbe un grave deficit di democrazia: eliminando la legittimazione popolare si toglierebbe a questi enti l'autorevolezza necessaria a fare sintesi sui territori, le cui istanze finirebbero pericolosamente in sordina. Senza contare il fatto che solo l'indipendenza e la terzietà derivanti dall'elezione diretta possono garantire l'autorevolezza necessaria all'ente di area vasta per l'esercizio di alcune deleghe particolarmente delicate, tra cui quelle relative al territorio e alla pianificazione territoriale, come ad esempio la valutazione dei PGT”.
I Presidenti delle Province lombarde non ci stanno: “Non si tratta - chiosa Sertori - di difendere dodici poltrone ma i diritti di 10milioni di cittadini lombardi, che di punto in bianco vedrebbero spazzar via un sistema che, sia pure migliorabile, funziona e garantisce loro tutti i servizi fondamentali, a partire dalle scuole e dalle strade. Allora perché non mutuare il sistema lombardo, esportandone l'eccellenza, quale modello per la riforma? Il Governo sembra invece ostinarsi a voler imporre, calandolo dall'alto, il sistema romagnolo, fondato su Unioni di Comuni, a volte di oltre 100mila abitanti, assolutamente impraticabile in Lombardia e verosimilmente nella maggioranza delle Regioni italiane”.
Altro importante tema trattato nel corso dell'incontro di Palazzo Isimbardi, al quale tra gli altri era presente anche il Presidente della Provincia di Milano Guido Podestà, la questione della Città Metropolitana di Milano.
Milano, 11 novembre 2013
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