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La Giornata di mobilitazione dei Consigli provinciali d'Italia
Le iniziative a Bologna, Milano, Torino, Napoli, Bari e Catania

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Giornata di mobilitazione, oggi, nei 107 consigli provinciali italiani, che hanno aperto ininterrottamente per dire "no" all'Italia senza Province. Sindaci, sindacalisti, cittadini, rappresentanti delle categorie economiche, hanno preso parte all'iniziativa, in segno di solidarietà e per discutere il futuro di questi enti.

Il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, da Bologna ha ricordato che il tema non è più rinviabile. "Occorre fare un punto" - ha detto Napolitano - "e scegliere una strada. Forse - ha aggiunto - avremmo fatto bene a sceglierla 42 anni fa, quando vennero eletti i Consigli regionali: quello era il momento per rivedere altre questioni istituzionali, ora bisogna mettere bene a fuoco il problema e risolverlo con razionalità".

"Il presidente Napolitano" - ha affermato, da Catania, il presidente dell'Upi, Giuseppe Castiglione - "ha pienamente ragione quando dice che le riforme vanno portate avanti e che il Paese ha bisogno di fare chiarezza sul sistema istituzionale. La nostra risposta all'appello lanciato dal presidente della Repubblica è la grande giornata di mobilitazione che oggi vede i 107 Consigli provinciali aperti".
"Un evento straordinario di democrazia e partecipazione - ha sottolineato Castiglione - che sta coinvolgendo in tutta Italia centinaia di cittadini, di amministratori locali, di rappresentanti della società civile, che insieme vogliono dare una risposta vera al bisogno di innovare il Paese".
Oggi i Consigli provinciali aperti hanno votato un ordine del giorno in cui si chiede di razionalizzare le Province attraverso la riduzione del numero delle amministrazioni, di ridefinirne le funzioni perch‚ non vi sia piú quella sovrapposizione che crea burocrazie e sprechi, di istituire le Città metropolitane, di cancellare le società e le agenzie guidate da consigli di amministrazione di nominati, di riordinare gli uffici periferici dello Stato.
"Il Governo non ha saputo offrire soluzioni alle nostre perplessità, oltre ai limiti costituzionali che noi abbiamo denunciato; ricorreremo alla Suprema Corte immediatamente nel caso in cui si dovesse procedere al commissariamento delle Province che nella prossima primavera andranno al voto", ha annunciato il presidente Castiglione.

"La mobilitazione di oggi dei Consigli provinciali "é inquadrata nell'ottica di difendere da un lato la rappresentanza democratica di cui i nostri enti sono espressione e dall'altro di contribuire all'ammodernamento del Paese come giustamente preteso dai cittadini", ha dichiarato il Presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà. "Sono convinto, infatti" - ha affermato Podestà - che si debbano ridurre i costi e migliorare l'efficienza delle nostre amministrazioni. Non possiamo, però, accettare l'esautorazione di un livello intermedio, costituzionalmente previsto, come sottolineato anche dal professor Valerio Onida presidente emerito della Corte costituzionale nel suo intervento al Consiglio provinciale di Milano, quando esistono in Italia altri 4.500 enti di livello intermedio (unione di comuni, enti parco, agenzie, comunità montane e altri). L'attuale decreto svuota di valore e significato le Province".

"Ci possono essere delle Province inutili e in questo caso la strada da seguire è rivedere le circoscrizioni, ma quella di Torino è assolutamente necessaria", ha detto il Presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota. Il sindaco di Torino Piero Fassino ha firmato la petizione promossa dalla Provincia per chiedere al presidente del Consiglio Mario Monti di non abolire l'ente.
"Professor Monti, fa ancora in tempo a cambiare, non si faccia prendere da tentazioni di cattiva politica": è l'appello che Antonio Saitta, presidente della Provincia di Torino.

Ridurre le Province italiane di un terzo, mantenendo solo quelle che registrano una popolazione complessiva non inferiore al milione di abitanti e accorpando le altre: é la proposta lanciata dal presidente della Provincia di Bari, Francesco Schittulli. "Molte teorie che portano alla necessità di eliminare le Province in nome di una lotta agli sprechi sono basate su presupposti falsi", ha commentato Luigi Cesaro, presidente della Provincia di Napoli. E il sostegno alle Province é arrivato anche dalla Fp-Cgil.


Milano, 31 gennaio 2012