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Incontro Upl con il Presidente di Regione Lombardia il 13/1
Ribadita la richiesta di ricorso alla Corte costituzionale

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Si é svolto questo pomeriggio a Milano l'incontro richiesto dal Consiglio Direttivo Upl al Presidente di Regione Lombardia per fare il punto sulla situazione delle Province.

Alla riunione con il Presidente Roberto Formigoni e l'assessore regionale al Bilancio, Finanze e Rapporti istituzionali Romano Colozzi, hanno partecipato i Presidente delle Province di Como (e Presidente Upl) Leonardo Carioni, Milano (Guido Podestà, Vicepresidente vicario Upl), Monza e Brianza (Dario Allevi, Vicepresidente Upl), Bergamo (Ettore Pirovano), Brescia (Daniele Molgora), Cremona (Massimiliano Salini), Lodi (Pietro Foroni), Mantova (Alessandro Pastacci), Pavia (Daniele Bosone), Sondrio (Massimo Sertori).
Presenti, per la Provincia di Lecco e quella di Varese, rispettivamente, l'assessore all'Ambiente, Caccia e Pesca Carlo Signorelli e il vicepresidente Gianfranco Bottini, per la Consulta Upl dei Presidenti dei Consigli provinciali, il Coordinatore Bruno Dapei (Presidente del Consiglio provinciale di Milano) e il Direttore Upl Dario Rigamonti.
Ha partecipato al Tavolo anche il presidente emerito della Corte costituzionale Valerio Onida.

"L'azione del governo é incostituzionale - ha dichiarato il Presidente Carioni -. Da Formigoni abbiamo avuto la disponibilità a lavorare con noi per proporre qualcosa di nuovo. La nostra Regione è un vero e proprio Stato con 10 milioni di abitanti, annullare le Province significa creare un enorme danno al territorio e ai cittadini, che perderebbero così un punto di riferimento fondamentale per questioni di primaria importanza come strade, scuole, ambiente e lavoro. Il contributo del Prof. Onida, che ringraziamo, è stato giuridicamente illuminante: neutralizzare le Province è incostituzionale. Per questo riteniamo fondamentale che Regione Lombardia, la più grande e la più importante del Paese, si schieri in prima linea in difesa delle autonomie locali, impugnando davanti alla Corte costituzionale l’art. 23 della manovra. Tuttavia, da tempo siamo favorevoli ad una riorganizzazione delle Province, in particolare in funzione della loro estensione e popolazione. Quello di oggi – ha concluso il Presidente Upl – è stato un incontro positivo e determinato: la discesa in campo di un peso massimo come Regione Lombardia è un elemento imprescindibile, anche perché ha una valenza politica enorme, sia nei confronti del grado di giudizio atteso sia nei confronti del governo centrale.”

«Dall’incontro di oggi è emersa la volontà di affrontare con serietà la riorganizzazione della struttura dello Stato – ha dichiarato il Presidente Podestà -. Sono convinto, che l’ammodernamento del Paese, che considero la nostra stella polare, debba contribuire in modo pragmatico sia a ridurre i costi sia a migliorare l’efficienza delle nostre amministrazioni, come giustamente preteso dai cittadini. Non possiamo, però, accettare l’esautorazione di un livello intermedio, quello delle Province, costituzionalmente previsto, quando esistono in Italia 4.500 enti di livello intermedio (unione di comuni, enti parco, agenzie, comunità montane e altri). Ci sembra una modalità sbagliata anche per via del modo surrettizio con cui si sta procedendo verso una riforma di natura costituzionale tesa a svuotare di valore e di significato, il livello di governo rappresentato dalle Amministrazioni provinciali. Oggi lo si pratica con i nostri enti, domani lo si potrà fare con i Comuni, con le Regioni e magari con il Parlamento. La libertà e la democrazia sono valori dei quali si coglie l’importanza una volta smarriti».

Per il Presidente Dapei, che ha espresso la fiducia perchè Regione Lombardia sia la voce delle Province presso la Corte Costituzionale, "la crisi della rappresentanza non si risolve abolendola; se può essere giusto evocare una nuova Costituzione, occorre però anzitutto il rispetto di quella su cui si é giurato".

Duro il giudizio dei Presidenti Pirovano e Molgora: se per il primo "si stanno ingannando i cittadini sul fatto che ci saranno risparmi" con la soppressione ed "eliminare le Province sarebbe come eliminare i bronchi", per il secondo "la strada dell'efficienza non passa attraverso l'abolizione delle Province lombarde, anzi vi sarebbero enormi difficoltà di gestione; del resto, "la realtà lombarda non è come quella di qualunque altra Regione, non è possibile pensare ad una Regione divisa in due Province, anche perchè Bergamo e Brescia potrebbero essere esse stesse delle Regioni".

Da parte sua, il Presidente Formigoni ha ribadito che "L'articolo 23 della legge 214 contiene un'impostazione del tutto frettolosa e scoordinata, non capace di tenere in considerazione la differenza tra le Regioni italiane, in particolare quella di una grande Regione come la Lombardia che, in questi anni, ha lavorato insieme alle Province, trasferendo molte competenze e funzioni già a partire dalla riforma Bassanini del 1997. Pare evidente che una legge nazionale non possa pretendere di regimentare nello stesso modo Province virtuose e non virtuose, Province piccole di piccole Regioni e Province medie di medie o grandi Regioni".

La necessità assoluta di una semplificazione della Pubblica Amministrazione può e deve portare, per Formigoni, "a un efficientamento dei vari livelli di Governo e, in particolare, a un efficientamento e a una razionalizzazione delle Province e dei costi della Pubblica Amministrazione". Studi interni a Regione Lombardia hanno evidenziato la possibilità di una "drastica riduzione del numero delle Province", ma tutto questo deve essere fatto nella salvaguardia della "necessaria coesione territoriale di una Regione come Lombardia, con 10 milioni di abitanti".


Milano, 13 gennaio 2012