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Assemblea straordinaria Upi Presidenti di Province e e Consigli
Decisioni a Roma il 21/12 con Presidenti Consigli di CO, LO, MI e SO

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Il 21 dicembre scorso si è svolta a Roma una Assemblea straordinaria dei Presidenti delle Province e dei Consigli Provinciali, per fare il punto sulle posizioni e le iniziative da assumere in merito alle norme sulle Province contenute nel decreto-legge 201/2011, prossimo alla conversione definitiva in legge, presenti, per le Province lombarde, i Presidenti dei Consigli di Milano (Bruno Dapei, Coordinatore della Consulta Upl e Coordinatore nazionale Upi), Como (Ferdinando Mazara), Lodi (Massimo Codari) e Sondrio (Pierpaolo Frate), con il Direttore Upl Dario Rigamonti.

Nel dare inizio ai lavori alle ore 11 circa, il Presidente Upi Giuseppe Castiglione ha ricordato come l'Assemblea sia stata decisa in sede di Ufficio di Presidenza Upi con i Presidenti delle Unioni Regionali delle Province, ritenendo opportuno dare informazione sugli sviluppi dopo l'Assemblea nazionale e sulle future strategie. Castiglione ha evidenziato che l'intervento sulle Province è stato predisposto nonostante, per la prima volta dal nuovo Governo, fosse stato assicurato il metodo della collaborazione, preventiva consultazione e confronto e soprattutto garantito che non vi sarebbe stata alcuna parte ordinamentale; nel riconfermare il giudizio nettamente e assolutamente negativo sul trasferimento di funzioni (paventando possibili fughe in avanti delle Regioni da prevenire) che comporterebbe tra l'altro un fortissimo aumento spesa pubblica, che coinvolge anche Regioni e Sindaci, ha posto il problema dell'approvazione di bilanci realistici (anche per Regioni e Comuni), del patto di stabilità, della modifica della normativa tributaria, del patrimonio immobiliare e soprattutto del personale (56 dipendenti che andrebbero a sommarsi ai 36 mila delle Regioni) rilevando in proposito un silenzio assordante da parte delle organizzazioni sindacali, del blocco immediato degli investimenti.

Il Presidente del Consiglio Direttivo Upi Fabio Melilli, nel chiedersi come affrontare un periodo così difficile, ha sostenuto che é finito il tempo della mediazione e che oltre ai ricorsi alla Corte costituzionale in modo organico, le Province non devono essere disponibili a passare come casta, proponendo un'operazione verità non di difesa, ma di attacco, raccogliendo le firme contro i costi dei Consigli regionali (98 milioni di euro nel Lazio) o delle società partecipate, per esempio, per alzare il tiro.

La Presidente della Provincia di Bologna Beatrice Draghetti ha proposto, contro la follia totale dell'art. 23 della manovra, un approccio costruttivo e un contributo di razionalità sui temi della casta e dei costi della politica, smascherando i movimenti trasversali di chi "unge la corda per impiccare la democrazia", sottolinendo la necessità di evitare il commissariamento delle Province al voto nel 2012 e d'accordo su azioni forte e dirompenti, non rilevando alcun pronunciamento pubblico delle Regioni e la necessità invece che il Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani rappresenti tutti.

Il Presidente della Provincia di Torino Antonio Saitta ha ricordato la proposta delle Province piemontesi di risursi da 8 a 4, a condizione che anche le altre facciano lo stesso, così le Regione e gli enti intermedi.

Sono intervenuti, in rappresentanza delle forze politiche, l'On. Cento di SEL per manifestare l'importanza della tensione per mantenere l'efficacia e l'efficienza degli Enti e la convinzione che la questione che coinvolge le Province sia molto più rilevante di come appare nel dibattito pubblico, rappresentando il "cavallo di Troia" dello smantellamento della rappresentanza democratica del Paese, mentre il Sen. Nania, responsabile degli Enti locali del PDL, si é pronunciato per la difesa e la valorizzazione delle Province, preannunciando anche per questo il suo personale voto sfavorevole sulla manovra.

Tra le altre proposte emerse nel dibattito, le proposte di un ritorno al ddl Calderoli, un'opuscolo che traduca la ricerca Bocconi, la sollecitazione alle Upi regionali per un pronunciamento delle Regioni, un'iniziativa dei dipendenti provinciali.

L’Assemblea nel complesso è stata molto partecipata e accesa e si è conclusa con un Ordine del Giorno approvato all'unanimità, che riconferma quanto stabilito al termine dell’Assemblea annuale Upi e della riunione straordinaria dell’Ufficio di Presidenza con i Presidenti delle Upi Regionali.
E' stato in particolare deciso di confermare la scelta di interrompere i rapporti con il Governo, non intervenendo alle riunioni della Conferenza Unificata e della Conferenza Stato-Città ed Enti locali. A seguito della protesta, il Governo è stato costretto a non tenere la prevista riunione della Conferenza Unificata del pomeriggio.
Inoltre, è stata ribadita la necessità di richiedere da subito la convocazione dei Consigli delle Autonomie Locali, ponendo all’ordine del giorno la richiesta alle Regioni di attivare i ricorsi alla Corte Costituzionale contro i vizi di incostituzionalità presenti nella manovra che riguardano le Province.
E' stato elaborato un documento aggiornato, nel quale i vizi sono stati elencati e specificati, in modo da utilizzarlo nel confronto con le Regioni per sollecitare la promozione dell’azione presso la Corte.

Tra le nuove iniziative definite dall’Assemblea, particolare rilievo assume la mobilitazione attraverso la convocazione in contemporanea di tutti i 107 Consigli provinciali il 31 gennaio 2012. Le assemblee saranno aperte ai cittadini e prevederanno il coinvolgimento dei dipendenti delle Province, dei sindacati, delle associazioni di categoria del territorio, dei rappresentanti dell’associazionismo sociale e ambientale, intorno ad tema del ruolo delle Province e sulle conseguenze per i territori derivanti dalle norme ordinamentali della manovra economica.

L’Upi proseguirà anche in questi giorni nell’azione di pressione e protesta nei confronti del Governo e con iniziative tese al coinvolgimento dei partiti, dei sindacati confederali, della Conferenza delle Regioni e dell’Anci, rispetto a quanto stabilito.

L'Assemblea si é chiusa alle ore 14.30.


Milano, 22 dicembre 2011