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Le iniziative decise dall'Upi con i Presidenti delle Unioni regionali
A Roma i Presidenti Carioni (CO) Podestà (MI) Pirovano (BG) Bosone (Pv)

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Si é svolta oggi a Roma una riunione straordinaria dell’Ufficio di Presidenza dell’Unione Province d'Italia (Upi), con i Presidenti delle Unioni regionali delle Province, presenti, per la Lombardia, il Presidente e il Vicepresidente Upl, Leonardo Carioni e Guido Podestà, i Presidenti delle Province di Bergamo e Pavia, Ettore Pirovano e Daniele Bosone, il Direttore Upl Dario Rigamonti.

Le Province, ribadendo la richiesta di stralcio delle disposizioni del decreto legge - anche dopo la presentazione di questa mattina dell'emendamento del Governo - che mettono in discussione l’ordinamento costituzionale, hanno fatto appello al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in quanto garante della Costituzione, affinché intervenga presso il Governo per cassare dalla manovra le norme palesemente anticostituzionali e deciso le seguenti iniziative.

1. L’Unione delle Province d’Italia interrompe immediatamente ogni rapporto con il Governo in tutte le sedi di concertazione previste (Conferenza Stato – Città, Conferenza delle Autonomie locali) - perché il Governo ha additato le Province, istituzioni previste dalla Costituzione, come casta alla pubblica opinione - fino a che non sarà insediata la Commissione Paritetica per la riforma delle istituzione tra Stato, Regioni, Province e Comuni per definire immediatamente una proposta complessiva di riordino delle istituzione.

2. Le Province richiedono la riunione immediata di tutti i Consigli delle Autonomie Locali (CAL) per avviare, attraverso le Regioni, l’iter del ricorso alla Corte Costituzionale contro le disposizioni incostituzionali della manovra previste all’articolo 23.

3. Nel caso in cui sia approvato l’emendamento governativo che prevede il commissariamento delle 7 Province che devono andare al voto nel 2012, impedendo ai cittadini di potersi esprimere democraticamente, le Province interessate annunciano che promuoveranno ricorsi presso i Tribunali Amministrativi Regionali (TAR) per annullare il decreto.

4. Le Province chiedono al Presidente della Camera dei Deputati e ai Capigruppo di iscrivere subito all’ordine del giorno dei lavori parlamentari le proposte di riforma costituzionale delle Province, già all’attenzione della Commissione affari costituzionali della Camera.

5. Le Province ribadiscono la volontà di procedere ad una riforma organica delle istituzioni provinciali, che, salvaguardando il livello di democrazia, razionalizzi le funzioni e le dimensioni delle amministrazioni.

6. Le Province chiedono a Regioni e Comuni di condividere e sostenere la richiesta al Parlamento di avviare una riforma complessiva del sistema istituzionale del Paese, per renderlo più efficiente e funzionale.

7. L’Upi annuncia che il 21 dicembre prossimo tutti i Presidenti di Provincia si riuniranno a Roma in una Assemblea straordinaria per proseguire nelle azioni intraprese contro le norme anticostituzionali previste dalla manovra economica del Governo Monti.

8. In occasione dell’Assemblea straordinaria del 21 dicembre prossimo, le Province chiedono al Presidente della Repubblica un incontro urgente per ribadire le gravi conseguenze per il Paese delle norme sulle Province contenute nella manovra.

“Siamo certi che il Presidente della Repubblica, massimo garante della Costituzione, anche per la sua storia personale e politica, non consentirà che una legge cancelli enti democraticamente eletti dai cittadini. Ciò è accaduto una sola volta nella storia del nostro Paese, nel 1927 in epoca fascista, ed è stato il momento più buio per la nostra democrazia", ha dichiarato il Presidente Upi Giuseppe Castiglione.

"Siamo convinti che il commissariamento sia anticostituzionale perchè fa riferimento ad una norma che lo prevede solo in casi gravi e non in una situazione come questa. Se l'emendamento del Governo verrà approvato, faremo ricorso al Tar. Intanto abbiamo consegnato alla Camera lo studio Bocconi che dimostra come non ci sarà alcun risparmio abolendo Giunte e Consigli. Ridurre le Province ad un ente d'indirizzo delle attività dei Comuni non ha alcun senso e voglio vedere come farà la Regione a gestire 500 scuole o a curare le strade" ha commentato il Presidente Upl (e della Provincia di Como) Leonardo Carioni.

"Non c'è nessuna utilità di queste misure, le Province diventano agnello sacrificale per mettere alla gente fumo negli occhi", ha dichiarato il Presidente della Provincia di Milano Guido Podestà, al termine della riunione. Secondo Podestà, non solo "non c'è nessuna prospettiva di risparmio, come ha riconosciuto anche chi prima diceva il contrario, ma è anche dimostrato che ci sarà un aggravio dei costi con il trasferimento delle funzioni provinciali a Comuni e Regioni. Infatti il trasferimento del personale alle Regioni - ha proseguito - costerà il 20% in più. A ciò si aggiungeranno i disagi ai servizi ai cittadini".

"Il trasferimento delle Province ad altre unità territoriali", ha spiegato il Vicepresidente Upl "può durare molti anni, com'è accaduto ad esempio per il distacco della Provincia di Lodi da Milano, iter amministrativo che ha avuto una durata di circa 12 anni".

"Ulteriore problema riguarda i mutui contratti dalle Province, per esempio quelli pattuiti con la Cassa Depositi e Prestiti, ha continuato Podestà "sia nel caso in cui venissero trasferiti alle Regioni sia nel caso in cui invece passassero ai Comuni, con il rischio di appesantire entrambe le istituzioni nel processo di trasferimento. Non c'è nessuna ragione economica per queste norme, il risparmio é una falsità e le Province sono soltanto poco più di 100 rispetto a circa 4.500 enti intermedi di governo attivi nel nostro Paese - ha concluso - ed è un fatto grave in termini di democrazia abolire con legge dello Stato un organismo costituzionalmente garantito".


Milano, 13 dicembre 2011