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Incontro Upi il 24/8 a Roma sulle Province a rischio
Il Presidente Foroni (Lodi) illustra le proposte approvate

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Si é svolta oggi a Roma, presso la sede dell'Upi, la riunione dei Presidenti della Province coinvolte dal Decreto-Legge 138/2011.

Nella discussione relativa al loro accorpamento, il Presidente della Provincia di Lodi, Pietro Foroni, é intervenuto argomentando le ragioni relative all'importanza del mantenimento dell'Ente provinciale: "La mia linea, largamente condivisa con UPI, respinge con forza la parte del decreto che prevede l'accorpamento di alcune Province, compresa Lodi. Gli argomenti provanti a sostegno della manovra, esposti dal Governo, non sono coerenti nei fatti nella parte relativa ai presunti risparmi preventivati, con la conseguenza, quindi, del venire meno dell'essenza relativa alla soppressione delle Province, individuate, fra l'altro, con criteri oggettivi alquanto discutibili che non tengono conto dei principi di sovranità e autonomia territoriale.

"Il decreto, inoltre" - aggiunge Foroni -, "non va a perfezionare neanche i requisiti di gravità, urgenza e necessità, che giustificherebbero, almeno in parte, la soppressione di Enti come il nostro, che rappresenta un punto fermo nelle diverse realtà territoriali, fortemente eterogenee nelle loro peculiarità economiche e sociali, che necessitano di autonome amministrazioni che riescono direttamente a rispondere ai diversi e molti problemi dei cittadini, quali strade, economia territoriale e gestione del sociale.

"Il decreto" - precisa Foroni - "é stato predisposto in un momento d'urgenza economica con congiunture in negativo di diversi paesi europei, per dare una rapida risposta ai mercati nel tentativo d'individuare risorse da ridistribuire. Di conseguenza, é stato predisposto con dubbi requisiti di Costituzionalità, almeno nella parte che ci riguarda. Mi riferisco, fra i molti esempi, al fatto che se fosse approvato senza correzioni, significherebbe trasferire tutti i dipendenti delle Province alle Regioni, vanificando ancora una volta i presunti risparmi, innescando un meccanismo d'inefficienza nella gestione del personale con uffici sovradimensionati mentre resterebbero scoperti comparti che, invece, necessitano di una diretta gestione sul territorio e non attraverso un meccanismo di cosiddetta gerarchia a piramide".

"Infine" - conclude Foroni - "nel decreto non viene detto nulla sia sui molti contratti in essere sia sui mutui dei beni delle Province. Un patrimonio da gestire che sarebbe inglobato in altri patrimoni e con forti dubbi di una convinta ed efficace gestione."

“Intervenire su 29 Province non ha alcun senso, non produce risparmi, anzi come scrivono i tecnici del Senato, comporterebbe nuove spese, fermo restando che il ruolo delle Province e la loro collocazione nel quadro istituzionale del Paese quali enti di governo di area vasta non può in alcun modo essere messo in discussione”.
“Noi vogliamo rilanciare. Si stralcino le norme ordinamentali dalla manovra e si approvi subito una modifica della Costituzione per rivedere in modo coerente le dimensioni di tutte le Province in modo in ogni regione ognuno deciderà quali enti accorpare, come modificare i confini provinciali e quali eliminare, istituendo le Città metropolitane. Ma il processo non sarà calato dall’alto, le esigenze delle comunità e dei territori saranno prioritarie, rispetto alla dilagante propaganda di chi fa politica dal centro e preferisce proclamare vuoti slogan piuttosto che pensare al buon governo dei cittadini e della pubblica amministrazione”.

E’ la proposta lanciata oggi dal Presidente dell’Upi, Giuseppe Castiglione, al termine dell’incontro con i Presidenti delle Province sotto i 300 mila abitanti, che la manovra economica di agosto potrebbe cancellare.

“Alla Commissione Affari Costituzionali della Camera – ha ricordato – sono state presentate a luglio dal Pdl, PD e Lega tre diverse proposte che vanno tutte in questa direzione: sta al Parlamento portarle a termine e portare a termine una riforma che tutti, le Province per prime, aspettano”.

Al termine dell'incontro, sono state anticipate le richieste che l’Unione delle Province d’Italia ha definito, insieme agli Presidenti delle Province intervenuti, e che saranno presentate ufficialmente domani, nel corso dell’audizione sulla manovra prevista in Senato:

- approvazione urgente di una riforma costituzionale del Parlamento e della composizione dei consigli regionali; e definisca in modo chiaro e organico i limiti dimensionali minimi delle circoscrizioni territoriali delle regioni, delle province e dei comuni;
- stralcio delle norme ordinamentali, in particolare degli articoli 15 e 16 della manovra, che non avendo alcun rilievo economico e non avendo presupposti di necessità ed urgenza, non trovano nel Decreto la giusta collocazione e sono in contrasto con le procedure previste dall’art. 133 della Costituzione;
- revisione dell’art. 133 della Costituzione , spostando la competenza legislativa dallo Stato alle Regioni per la modifica delle circoscrizioni provinciali che non raggiungono limiti dimensionali adeguati per l’esercizio delle funzioni di area vasta e per la soppressione delle Province nelle quali sono istituite le Città metropolitane;
- approvazione subito in Senato, e in via definitiva alla Camera, della Carta delle Autonomie locali, definendo ruoli e competenze di Province e Comuni;
- previsione di una norma nella manovra economica che elimini tutti gli enti strumentali intermedi (Enti e agenzie strumentali, Ato, Bim, Consorzi di Bonifica, Società di servizi, etc..) e assegnazione delle competenze da questi esercitate ai Comuni e alle Province. La norma consentirebbe un risparmio immediato quantificabile in non meno di 2,5 miliardi di euro, il costo vivo dei soli compensi dei Consigli di amministrazione.


Milano, 24 agosto 2011