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Approvata dal Consiglio regionale la riforma del servizio idrico
La soddisfazione dei Presidenti Salini (CR) e Podestà (MI)

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Le Province lombarde hanno appreso con soddisfazione la notizia della conclusione del faticoso iter che ha condotto al riassetto del servizio idrico.

"I territori attendevano da troppo tempo la chiusura di questo percorso di razionalizzazione che vede nella collaborazione tra Province e Comuni il proprio cuore - ha dichiarato il Presidente della Provincia di Cremona, Massimiliano salini -. Il riconoscimento del ruolo di regolatore in capo alle Province, unitamente alla valorizzazione dei Comuni come interlocutori privilegiati nell’attuazione dei piani d’ambito, consentirà un nuovo assetto finalmente sostenibile non solo dal punto di vista giuridico ma soprattutto da un punto di vista finanziario. È infatti noto come con l’attuale modello organizzativo, e con i cogenti vincoli imposti dal patto di stabilità che grava sugli enti locali, sia divenuto ormai pressoché impossibile sostenere gli imponenti investimenti necessari ad assicurare la qualità attesa dai cittadini in un così importante servizio pubblico.
Plaudiamo pertanto alla decisione della Regione Lombardia di non attendere eventuali proroghe che avrebbero prodotto l’inaccettabile risultato di lasciare al palo una così importante occasione di sviluppo per il nostro territorio".

"Apprendo con soddisfazione che oggi il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato definitivamente la riforma del sistema idrico – ha dichiarato il presidente della Provincia di Milano, On. Guido Podestà -. La Legge Ronchi, al di là delle strumentalizzazioni politiche che ne hanno segnato il cammino, ribadiva senza fraintendimento il mantenimento in mani pubbliche della proprietà delle reti idriche, della manutenzione straordinaria di acquedotti e condutture, della gestione del servizio e della determinazione delle tariffe. A questi principi si ispira la nuova normativa regionale. La Legge Ronchi indicava un coinvolgimento dei privati solo per quanto concerne l’erogazione del servizio. Il che non significa affatto liberalizzare il settore ponendo le basi ad aumenti indiscriminati delle tariffe ma mettere in sinergia pubblico e privato allo scopo di garantire ai cittadini un servizio in grado di assicurare maggiore qualità e di ottimizzare l’utilizzo di acqua da rubinetto. Le Province lombarde, quindi, attraverso questa Legge vedranno loro affidata la competenza della gestione del servizio idrico pubblico precedentemente in capo all’Autorità di ambito territoriali ottimali. Ricordo che la Lombardia può essere paragonata a un medio Stato europeo (ad esempio Belgio o Portogallo) con i suoi dieci milioni di abitanti ed era auspicabile dotarsi di una nuova normativa capace di superare la legge lombarda del 2003 cassata dalla Corte costituzionale nel 2009 e adeguata alla Legge 42/2010, tesa a sancire l’abolizione degli Aato, dei quali le Province lombarde, sulla base della loro conoscenza del territorio, sono ora pronte ad assumere i compiti e le responsabilità».


Milano, 22 dicembre 2010