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Incontro degli Assessori provinciali alla sicurezza il 19/7 a Milano
Punto sulla struttura e le attività dei Corpi e strategie per il futuro

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Gli Assessori alla sicurezza delle Province di Bergamo (Fausto Carrara), Brescia (Mario Maisetti), Cremona (il Vicepresidente Federico Lena), Milano (Stefano Bolognini) e Monza e Brianza (Luca Talice), si sono incontrati questa mattina a Palazzo Isimbardi.
Presenti anche i Comandanti e Dirigenti delle Polizie provinciali di Bergamo (Alberto Cigliano), Cremona (Roberto Pigoli), Lecco (Raffaella Forni), Milano (Riccardo Perini), Sondrio (Maurizio Frenquelli), Varese (Angelo Gorla) e il Responsabile della Segreteria Tecnica Upl Dario Rigamonti.
Hanno giustificato l’assenza per impegni istituzionali concomitanti gli Assessori della Provincia di Como (Ivano Polledrotti) e Lodi (Matteo Boneschi), mentre i rappresentanti delle Province di Pavia e Mantova non hanno partecipato all’incontro in quanto la polizia provinciale non è stata istituita dalle rispettive amministrazioni.

Scopo dell'incontro, convocato dal Presidente Upl Leonardo Carioni, fare il punto della situazione delle polizie provinciali e dei rapporti con gli altri Enti e Corpi.
Ne è emersa una situazione di forte specializzazione dei Corpi provinciali – con la presenza di veri e propri nuclei di tutela ittico-venatoria, ambientale e stradale ma anche sempre più spesso lacuale e fluviale – e la vocazione al decentramento sul territorio – con l’istituzione di Comandi territoriali –, che ciascuna Provincia sviluppa e declina in base alle specifiche esigenze del proprio territorio e delle sue dimensioni.

Così, mentre Milano (con un organico di circa 90 persone, tra ufficiali e agenti e 20 impiegati) ha nuclei specialistici di tutela ambientale e faunistica, amministrativa e sanzionatoria (oltre alla centrale operativa) e 5 Comandi territoriali, Cremona con 19 operativi (e quattro amministrativi) ha 2 nuclei stradali e ambientali, concentra la propria attività sui piccoli Comuni (85 sui 115 sono sotto i 5.000 abitanti), in particolare su quelli privi di polizia locale o che ne dispongono solo in forma di Unione o in Convenzione, con maggiori controlli fluviali sui quattro fiumi (Po in motoscafo, Adda, Oglio e Serio, per evitare attività illecite).

Monza e Brianza conta su 20 operativi (e 2 amministrativi) e concentra l’attività nel settore ambientale (ciclo rifiuti, cave e discariche) in un territorio fortemente urbanizzato (la seconda Provincia dopo Napoli), con pattuglie serali su richiesta e in collaborazione con altre forze ordine per sopperire a carenze d'organico (specie con la polizia stradale) sulla SS 36 e la Milano-Meda, in attività di controllo e prevenzione; Varese di recente, su impulso del Presidente, ha istituito un corpo unico con 35 uomini, un nucleo ambientale con caccia e pesca, un nucleo stradale e la novità del nucleo nautico anche grazie al rapporto positivo con il Prefetto che coordina le forze dell'ordine e all'accordo con Regione Lombardia.

A Lecco il corpo esiste dal 2000, dispone di 18 agenti in progressiva diminuzione ma non come attività, privilegia più la necessità di sicurezza stradale che la tradizionale competenza ittico-venatoria e ambientale, mentre di recente è impegnata anche sulla vigilanza sul Lago e nel tentativo di decentrare l’attività anche a Introbio, Dervio e Barzanò per presidiare Brianza lecchese, Valsassina e Alto Lago; analoga situazione a Sondrio, dove le risorse umane sono passate da 45 a 18 rispetto a 25 anni fa ma al ridimensionamento numerico si sono accompagnate maggiori competenze, anche in convenzione con Lecco per le zone di confine.

Brescia conta su 120 uomini fortemente specializzati oltre nelle competenze tradizionali, anche su ambiente, lavori pubblici, anticontraffazione e sfratti, mentre l’attività di polizia stradale è stata ridotta anche per evitare sovrapposizioni con le altre forze dell’Ordine.
Notevole l’impegno nei controlli amministrativi in applicazione del decreto Maroni (168 i clandestini fermati) e sui mezzi di trasporto (400 mezzi fermati, 120 infrazioni rilevate), nonostante la mancanza di volontà di collaborazione dei Comuni (solo 10 su 206 hanno dato risposta all’offerta di supporto) e progetti in corso sulla tracciabilità dei dati più che sulla videosorveglianza e sui verbali sanzionatori; Bergamo ha un corpo composto da 40 persone, ben formato e strutturato, sbilanciato sulla competenza ittico-venatoria ma che punta anche sul versante ecologico-ambientale a discapito di quello stradale; ritiene utile ad una collaborazione con i Comuni non per supplire ad esigenze quotidiane, ma di tipo specialistico ed ha attivato di recente un accordo per la sicurezza del Lago d'Iseo con avamposto a Lovere oltre ad un Patto di sicurezza lacuale.

Gli Assessori, nel decidere di dare continuità al Tavolo Upl (anche con l’individuazione di un Coordinatore politico e tecnico nel prossimo futuro) e di sviluppare sinergie direttamente tra le stesse Province lombarde, hanno infine espresso preoccupazione per i tagli di Regione Lombardia ai progetti sicurezza, di cui si sono avute le prime avvisaglie; per questo motivo hanno concordato di aprire presto un confronto con l’Assessore regionale.


Milano, 19 luglio 2010