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Incontro UPL, Anci e Regione Lombardia su manovra finanziaria
Nell'incontro del 9/6 a Milano posizione unitaria del sistema lombardo

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La posizione di Regione, Province e Comuni lombardi sulla manovra economica è unitaria: la manovra è necessaria, la sua entità complessiva è fuori discussione, ma va rivista la distribuzione dei sacrifici tra enti locali e organi centrali (secondo un criterio di proporzionalità), così come tra enti che hanno già applicato misure di efficienza e di risparmio ed enti che non l'hanno fatto (con il criterio della virtuosità).

E' questo in sostanza l'esito del momento di confronto che il Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni (affiancato dall'Assessore al Bilancio, Romano Colozzi) ha voluto con i vertici dell'associazione dei Comuni e delle Province lombarde, guidati rispettivamente da Attilio Fontana, Presidente dell'Anci Lombardia e da Vittorio Poma, Vicepresidente dell'Upl insieme al collega Dario Allevi.

“Da una prima stima risulta che il taglio provocato dalla manovra sulle Province lombarde potrebbe sfiorare i 50 milioni di euro: un grave colpo che mette in serio pericolo servizi e infrastrutture per i cittadini” ha dichiarato Poma.

“Negli ultimi anni – ha sottolineato Poma - le Province hanno ridotto la loro spesa complessiva del 3%, al contrario dello Stato, che l’ha incrementata del 18%. Abbiamo quindi piena consapevolezza di dover contribuire allo sforzo richiesto dal Governo, ma siamo altrettanto consapevoli del peso che, insieme ai Comuni, abbiamo sopportato negli ultimi anni, facendo i conti con una capacità di investimento e indebitamento sempre più ridotta, anche in conseguenza del drastico crollo delle nostre entrate.”

Per le Province lombarde la manovra finanziaria, così com’è, mette seriamente a rischio l’equilibrio economico finanziario degli enti: “Fin dall’anno prossimo – ha affermato Poma – potrebbe essere impossibile costruire bilanci in pareggio. Di sicuro, poi, ci sarà un numero significativo di Province che non potranno rispettare il patto di stabilità, con conseguenti sanzioni e riduzione dei trasferimenti, che sono invece importantissimi in un momento di crisi come questo, in cui il fatturato delle aziende dipende proprio dalle commesse pubbliche.”

In conclusione Poma ha evidenziato il problema dei pagamenti, che rimane aperto: “Le Province lombarde hanno 2.7 miliardi di euro a disposizione che derivano da investimenti e mutui, pronti per essere immessi sul mercato a favore delle imprese ma che invece sono bloccati perché attualmente la manovra finanziaria sblocca solo lo 0.78% dei residui passivi, a fronte del 4% dell’anno scorso. 4% che – ha concluso Poma – rappresenta comunque una goccia nell’oceano: chiediamo che venga sbloccato il 10%.”

"Alla vigilia del confronto con il Governo e in particolare della Conferenza Stato-Regioni di domani - ha spiegato Formigoni - vogliamo portare un contributo forte a una riformulazione della manovra, rispettando la sua entità, fino a presentare emendamenti durante l'iter parlamentare".

Per Formigoni "la manovra chiede contributi pesanti e sproporzionati a Regioni, Province e Comuni: il confronto con il valore percentuale dei tagli previsti per i ministeri lo evidenzia in maniera lampante. Va dunque realizzato un riequilibrio dei sacrifici di questi quattro livelli di istituzioni". Infatti la manovra prevede tagli di poco più dell'1% allo Stato, di oltre il 13% alle Regioni. Secondo una stima attendibile, la manovra da 25 miliardi comporterebbe invece tagli, se applicati a tutti in maniera proporzionale, dell' 1,5-1,6 per cento.

Questo parametro poi non sarebbe quello definitivo: andrebbe ulteriormente corretto in base al criterio della virtuosità.
"Chiaro che gli enti locali - ha argomentato ancora Formigoni - hanno la responsabilità di ridurre le spese e attuare una sana amministrazione. E' il cammino virtuoso che gli enti lombardi hanno da tempo intrapreso, rispettando i patti di stabilità, garantendo - come ha fatto la Regione Lombardia anche introducendo i ticket nel 2001 - il pareggio del bilancio della sanità. Ci sono invece altrove enti che questo cammino virtuoso non hanno intrapreso affatto, con conseguenti accumuli di debiti. Chiedere ai virtuosi lo stesso sacrificio che si chiede ai non virtuosi non sarebbe accettabile".

Piena condivisione di questi argomenti è stata espressa sia da Fontana, sia da Poma che hanno messo in rilievo anche il fatto che Comuni e Province subirebbero "una doppia manovra", nel senso che ai tagli diretti si aggiungerebbe la ricaduta, in termini di minori trasferimenti, dei tagli imposti alle Regioni.


Milano, 9 giugno 2010