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Riunione della Consulta UPL dei Presidenti di Consiglio a Varenna
Il 3 maggio riflessioni sul ruolo delle Assemblee elettive e degli Enti

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Lunedì 3 maggio si è svolta a Varenna (Lc), presso Villa Monastero, la prevista riunione della Consulta UPL dei Presidenti dei Consigli provinciali della Lombardia, ospiti del Presidente del Consiglio provinciale di Lecco, Carlo Malugani.

Hanno partecipato all’incontro i Presidenti dei Consigli di Milano (Bruno Dapei, Coordinatore della Consulta), Como (Ferdinando Mazara), Cremona (Carlalberto Ghidotti), Lodi (Massimo Codari), Mantova (Laura Pradella), Monza e Brianza (Angelo De Biasio), Pavia (Luigi Bassanese), Sondrio (Patrizio Del Nero), Varese (Luca Macchi) e, per UPL, il Direttore Giuseppe Valtorta e il Responsabile della Segreteria Tecnica Dario Rigamonti.

Dopo una breve introduzione di Rigamonti – che ha anticipato parte dei temi all’Ordine del Giorno del Consiglio Direttivo di lunedì prossimo anch’esso in programma a Varenna, soffermandosi sulle questioni da affrontare con Regione Lombardia e sulla situazione finanziaria delle Province lombarde – il Coordinatore Dapei ha relazionato i colleghi sulle riunioni del Coordinamento Upi dei Presidenti dei Consigli provinciali, di cui è Vice Coordinatore.
“La voce della delegazione lombarda (composta anche dai Presidenti Ghidotti, Mazara, De Biasio e Del Nero) nell’organismo nazionale è alta e squillante, la Consulta lombarda non è certo un doppione ma anzi un laboratorio di idee e di contributi indispensabili. Ne è prova la richiesta di tenere in Lombardia la prima (dopo il rinnovo di dicembre dei vertici Upi) Assemblea nazionale dei Presidenti dei Consigli provinciali, che ha trovato la condivisione unanime della Consulta”, afferma Dapei che aggiunge “Molti colleghi si sono offerti di ospitare l’Assemblea, Monza, Mantova, Como e Lecco insieme, oltre a Milano, sono tutte candidature che potremo mettere a disposizione della Presidenza dell’Upi”.

Al centro dei lavori, ancora una volta, il ruolo dei Consigli provinciali. “Abbiamo chiesto che nelle audizioni di Upi con Governo e Parlamento siano presenti anche rappresentanti delle Assemblee elettive, troppo spesso sacrificati sull’altare degli esecutivi”, evidenzia Dapei che nel contempo rileva peraltro “la necessità di razionalizzare i lavori consiliari che, nella mia esperienza di opposizione e maggioranza, spesso sono caratterizzati da un uso improprio dell’aula, per mediazioni che stridono con l’elezione diretta”.

“Non si può limitare certo il dibattito”, rileva De Biasio, “ma bisogna razionalizzare i lavori come abbiamo fatto nella nostra nuova Provincia attraverso regole ben precise, contingentando i tempi e utilizzando al meglio le Commissioni, anche per non dare l’impressione che la Giunta sia rapida e operativa e il Consiglio lento e inconcludente”. “Se questo si verifica”, aggiunge Pradella “è anche a causa della mancanza di strutture e di personale specifico dei Consigli, che hanno bisogno di staff scelti direttamente come avviene per le Giunte”.
“I Consigli – conclude Dapei – sono e restano un luogo di democrazia, ma occorre uno scatto in avanti dal punto di vista normativo e il Codice delle Autonomie è un’occasione da non perdere”.

“Codice delle Autonomie e federalismo fiscale sono i due assi portanti della legislatura parlamentare e devono essere la spinta a riconsiderare il ruolo delle Province e dei loro organi provinciali, perché la spinta all’abolizione delle Province è come un fiume carsico che va sotto e poi all’improvviso riemerge”, concorda Del Nero che individua nel rapporto con Regione Lombardia “nodi tuttora irrisolti come la presenza delle Assemblee nel Consiglio delle autonomie locali e l’espressione di tutte le province in Consiglio regionale (sancita come principio nello Statuto ma non ancora dalla legge elettorale) che pure si é concretizzata per una serie di eventi favorevoli nell’ultima tornata elettorale, tanto che anche la provincia di Sondrio può vantare una sua rappresentanza”.

Tra i temi emersi nel corso dell’ampio dibattito, anche le incompatibilità e il limite dei due mandati consecutivi in Comuni e Province. “Occorre rimuovere dall’opinione pubblica tutti quei tarli che rischiano di minare la credibilità delle Istituzioni. Ecco perché occorre ripensare all’incompatibilità tra Sindaco e Presidente o Assessore, che seppure comporta risparmi sulla spesa pubblica non favorisce il coinvolgimento di più persone nella gestione dell’amministrazione pubblica, e uniformare la durata dei mandati elettivi. Il terzo mandato per Sindaci e Presidenti di Provincia, oltre che un fatto di equità rispetto a quanto avviene nelle Regioni e nel Parlamento, risponde all’esigenza di consentire di portare a termine progetti di ampio respiro che necessitano di tempi spesso lunghi anche per i vincoli di spesa”, dichiara Ferdinando Mazara.

Prima della conclusione della riunione, la Consulta ha fatto il punto della situazione sulle adesioni delle singole Province lombarde al progetto di cooperazione internazionale in Senegal, nato proprio nell’ambito delle attività della Consulta, in occasione di una visita all’Onu a Ginevra nell’aprile del 2009.
Le Giunte provinciali di Como (con deliberazione del 15 aprile), Lecco (22 aprile), Pavia (29 aprile) e Lodi (6 maggio) hanno già deliberato, Milano e Mantova hanno pronta la delibera, Sondrio sta concludendo l’istruttoria, Cremona e MB hanno avviato l’iter, a Varese c’è la disponibilità del Presidente.
In relazione agli impegni già assunti, in vista della delegazione a Bruxelles hanno già dato la loro disponibilità i Presidenti Mazara (con l’Assessore Simona Saladini) e Malugani, il Presidente della Provincia di Pavia Vittorio Poma (con la Dirigente Elisabetta Pozzi); il quadro delle presenze sarà aggiornato il 10 maggio, in sede di Consiglio Direttivo.


Milano, 6 maggio 2010