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Il Presidente Carioni al Convegno di Erba con il Ministro Calderoli
Riportare e utilizzare sul territorio le risorse prodotte dal territorio

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Si é svolto oggi a Erba, presso Lariofiere, il convegno istituzionale "Il comma barocco: dal federalismo fiscale all'iter di conversione del decreto legge 2/2010 interventi urgenti concernenti enti locali e regioni".

Il Convegno, patrocinato dall'Unione Province Lombarde, con Anci Lombardia, Comune di Erba e Camera di Commercio di Como, ha fatto il punto della situazione sulle importanti novità che interessano gli Enti locali.

Dopo il saluto del Sindaco di Erba, Marcella Tili, é intervenuto il Prefetto di Como, Michele Tortora; a suo parere, la demolizione del sistema dei controlli rischia di provocare fenomeni distorsivi e finisce per intasare le Procure della Repubblica o della Corte dei Conti di esposti, che diventano meccanismi di compensazione rispetto alla "dittatura" della maggioranza; occorre un organismo terzo che possa mediare i conflitti per evitare anarchia e dispersione delle risorse; anche la pluralità di soggetti equiordinati richiede soggetti terzi per l'unità dei processi decisionali, premessa di svilippo sociale ed economico.

Nell'introdurre i lavori, l'Onorevole Rivolta ha sottolineato il bisogno di saperne di più delle riforme introdotte e il tempismo perfetto del Convegno, il primo dopo la conversione in legge del decreto-legge 2/2010; dopo aver ricordato che il Ministro, benché poco esposto mediaticamente, sta componendo un puzzle nel quale s'incastrano il federalismo fiscale e il Codice delle Autonomie, ha sottolineato che il provvedimento approvato ieri rientra nel contenimento della spesa pubblica e che occorre combattere la disomogeneità del Paese, dove vi sono realtà diverse; enti simili hanno spese diverse, dipendenti diversi.
Ha poi illustrato le novità della perequazione, del superamento della spesa storica con i costi standard. "Il sistema così non sta in piedi" - ha osservato - ognuno deve fare la sua parte, in qualunque parte del Paese".

Il Presidente di Anci Lombardia, Attilio Fontana si é soffermato sulla situazione finanziaria degli enti locali. "Se la notizia di un DPCM che contiene aiuti per il Comune di Roma per ulteriori 80 milioni di euro per ripianare i suoi buchi di bilancio fosse confermata, anzichè destinare le risorse al fondo per le politiche sociali dei Comuni che è stato tagliato di 20 milioni per la sola Lombardia, domani molti cittadini bisognosi non avranno a disposizione quei servizi che i Sindaci lombardi saranno, loro malgrado, obbligati a cancellare. Sono sconcertato che in Italia si finisca sempre per punire i Comuni virtuosi che rispettano le regole, facendo loro pagare i debiti lasciati da altri”.

“Occorre un federalismo fiscale di fatto – ha proseguito Fontana – che risponda alle esigenze di autonomia impositiva per chi governa lo sviluppo locale direttamente sul territorio. Occorre superare la logica centralista dei trasferimenti, vengano essi dallo Stato o dalla Regione. Il vero federalismo deve partire dagli Enti locali più vicini ai cittadini. Anche per questo il Patto di stabilità deve essere rivisto e declinato sul territorio, affinché non si decida a Roma quello che può essere o non essere speso da un Comune lombardo che rispetta le regole e i parametri assegnati”.

Grande importanza, sottolinea Fontana, avranno i decreti attuativi della legge sul Federalismo fiscale: “Vogliamo vedere i numeri, vogliamo sapere su cosa si fonderà l’autonomia promessa ai Comuni; ci aspettiamo che la Carta delle Autonomie dia la risposta necessaria per realizzare un federalismo istituzionale che definisca le competenze e le funzioni dei diversi livelli istituzionali per evitare per evitare in futuro sprechi e sovrapposizioni. Però abbiamo anche dubbi: sul destino degli Ato ad esempio: d’accordo sopprimerli, ma consideriamo inaccettabile che si voglia togliere ai Comuni la competenza in materia di acqua e rifiuti”.

“Tagliare i costi della politica e gli sprechi è giustissimo – ha concluso Fontana – ma perché questa operazione si è concentrata sui soli Comuni? Un consigliere comunale prende dai 13 euro a un massimo di 110 a seduta. Vogliamo tagliarglieli? D’accordo, ma allora perché lasciare intatti gli stipendi di parlamentari e consiglieri regionali? I veri sprechi della politica non sono certo nei Comuni della Lombardia”.
"Sui Direttori Generali registro un passo indietro", ha concluso Fontana, "in certi casi sono motivo di funzionamento e di efficientamento".

“Le risorse prelevate dal territorio devono essere riportate e utilizzate sul territorio, dove si programmano i servizi a beneficio dei cittadini”, ha dichiarato il Presidente Upl Leonardo Carioni.

“A nome di tutte le Province lombarde ringrazio il Ministro Calderoli – ha proseguito Carioni –, perché grazie a lui non si parla più di soppressione delle Province, ma di razionalizzazione. Il Ministro riconosce la nostra vicinanza al territorio e per questo si è sempre dimostrato attento ai nostri suggerimenti, alle nostre istanze. Del resto, noi Province lombarde condividiamo e supportiamo appieno il fine della riforma Calderoli: semplificare realmente il sistema degli enti pubblici per rendere il Paese più moderno ed efficiente.”

Un traguardo che, a parere di Carioni, si può raggiungere in primis grazie al federalismo fiscale: “L’approvazione della legge n.42 del 2009 è un fatto epocale. Ora bisogna continuare in questa direzione, non solo per responsabilizzare gli amministratori locali, ma anche perché il territorio deve beneficiare sempre più delle risorse che produce autonomamente per fornire servizi di qualità ai cittadini.” A questo proposito, Carioni rilancia una proposta avanzata lo scorso febbraio dal Consiglio Direttivo dell’UPL: “Chiediamo - afferma - di attribuire alle Province una percentuale dell’IVA, per esempio il 5%. In questo modo si risolverebbero la maggior parte dei nostri problemi di gestione senza però appesantire il Bilancio dello Stato, non incidendo in misura eccessiva sul gettito complessivo. Occorre infatti assicurare la piena copertura delle funzioni che esercitiamo, per non trovarci ancora una volta ad essere titolari di nuove competenze senza avere le risorse necessarie.”
E proprio sulle risorse e sulla questione del Patto di Stabilità il Presidente Carioni si dichiara certo "che il Ministro Calderoli, con la sensibilità che lo contraddistingue, si farà portavoce, come già il Ministro Maroni, del grido di dolore delle Province lombarde, sbloccando almeno il 20% dei residui passivi ed eliminando le sanzioni previste per il mancato rispetto del patto nel 2009, così da poter immettere risorse nel sistema economico.”

Nel suo intervento conclusivo, il Ministro Calderoli ha evidenziato come tutti sostengano di voler fare le riforme ma poi "quando proponi il federalismo costituzionale, ti dicono che devi fare prima il federalismo fiscale e viceversa, é come stabilire se é nato prima l'uovo o la gallina".
Dopo aver ricordato la cancellazione referendaria, per un'assurda politicizzazione, della riforma che prevedeva la riduzione parlamentare e la fine del bicameralismo perfetto, ha sottolineato i problemi derivanti dalla legislazione concorrente e la necessità di ridurre il costo della spesa pubblica, anche con la lotta ai fannulloni che sono tornati a lavorare ma senza per questo che sia aumentata la produttività.

Nel ribadire la necessità di costi standard e di risorse giuste per garantire i servizi, della tracciabilità per il cittadino "di quanto paga, a chi va e cosa serve", di non solo allontanare ma rendere inoffensivo l'amministratore pubblico che sbaglia, ha ricordato gli ostacoli che si frappongono alle riforme a tutti i livelli, dalla Commissione paritetica che doveva insediarsi ad ottobre ed invece si é riunita solo la scorsa settimana, ai ritardi della Conferenza Unificata, ai due mesi intercorsi tra l'approvazione del Governo e la trasmissione alla Camera del disegno di legge - che porta la sua firma - sulle funzioni fondamentali, che aspettano dal 2001 di essere definite.

Riferendosi alle Province, ha sostenuto di ritenere preferibile l'eliminazione dei 34.000 soggetti intermedi, essendo impensabile fare a meno di un livello intermedio di governo.

Infine, sul Patto, che ha definito di "instabilità e decrescita", pur rilevando quanto sia rigido, soggetto a continue modificazioni e come continui a non premiare i virtuosi, ha anticipato l'intenzione di rivederne la base, da annuale a quinquennale. A suo parere, le difficoltà verranno superate con il federalismo fiscale ma, pur concordando sulla necessità di limiture rispetto ad alcuni spigoli, ha condiviso il rigore dimostrato del Ministro Tremonti, specie di fronte ai casi di Grecia e Portogallo.


Milano, 24 marzo 2010