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La Giornata nazionale a Bergamo, Brescia, Como e Varese
Interventi di Presidenti e Consiglieri sul ruolo delle Province

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A Bergamo si è posto l'accento sulla necessità di difendere la dignità delle Istituzioni e di riaprire un confronto sulla riorganizzazione del sistema istituzionale del Paese. Pensare di abolire le Province è dannoso e antieconomico, poichè il costo complessivo delle Province è di 14 miliardi di euro, rispetto ai 78 dei vari soggetti intermedi e il costo complessivo del funzionamento politico del Presidente, della Giunta e dell'intero Consiglio provinciale incide solo per lo 0,88 sul bilancio annuale della Provincia. Occorre invece proseguire nella riorganizzazione dello Stato e attuare realmente il federalismo.
Il Presidente del Consiglio provinciale, Emilio Mazza, ha aperto i lavori alla presenza di 32 consiglieri e dopo una riflessione sul ruolo e sul lavoro delle Province, ha passato la parola al presidente della Provincia, Valerio Bettoni.
Nel suo articolato intervento, il Presidente Bettoni ha strenuamente difeso le funzioni e l'attività della Provincia di Bergamo. Linea dura contro il tentativo in atto di delegittimazione delle Province. "Basta" - ha detto Bettoni -"con l'attacco al personale politico e con la denigrazione del personale che lavora in queste amministrazioni. Questa campagna denigratoria offende chi ogni giorno lavora in prima linea per affrontare le tante emergenze che si aprono sui territori. Noi siamo chiamati a trovare risposte alle crisi industriali, ai disastri finanziari globali, alla mancanza di fondi per sostenere i redditi dei cittadini e diminuire i costi dei servizi, che incidono sul bilancio delle famiglie. Ogni giorno nei nostri uffici si presentano amministratori, sindacalisti, imprenditori, associazioni e con loro affrontiamo le vere questioni che interessano le comunità di cui siamo istituzione democratica di riferimento ed espressione della sovranità popolare”.
"Ora che si devono governare le ricadute del grande crollo finanziario internazionale - ha poi detto il Presidente della Provincia - tornano come priorità la questione delle infrastrutture, quella della riqualificazione del sistema formativo, quella della riorganizzazione dei servizi di pubblica utilità. Sono proprio i ritardi dell'Italia su cui le Province - in particolare quella di Bergamo - sono istituzionalmente impegnate, assorbendo in questo oltre l'80% delle loro risorse e delle loro energie che non sono affatto improduttive. Le Province fanno soprattutto strade, scuole e governano i servizi locali di pubblica utilità. Ma le fanno nella programmazione che valorizza le caratteristiche e le specificità territoriali, nel coordinamento con tutti i comuni e nella concertazione con tutte le parti sociali, per un progetto di sviluppo economico locale che sia credibile, partecipato e sostenibile anche nella dimensione globale”.
Questa la conclusione del Presidente Bettoni: "Autonomia, partecipazione, responsabilità diffusa nei corpi sociali, che formano l'identità di un territorio e di una società, sono gli elementi fondamentali per spendere meno e meglio, per rendere la spesa pubblica più diretta alle esigenze reali della gente, per investire sulla propria originalità di futuro, per mantenere in un autentico federalismo più correlate le responsabilità di spesa con quelle di entrata. Per questo le Province sono "realtà forti” fondamentali per realizzare il federalismo e realizzare la loro vocazione e particolarità nell'autonomia e nel decentramento al servizio della gente e per il governo della nostra terra”.
Il documento é stato approvato all'unanimità.

A Brescia il Presidente Cavalli ha evidenziato che bisognerebbe "riconsiderare i perimetri delle Province, non sovrapporre i compiti con quelli di altri Enti e dare più funzioni ai comuni metropolitani", mentre sugli sprechi "non sono le Province a dover dimagrire, ma lo Stato".
Il documento é stato approvato con il voto favorevole di 16 Consiglieri, mentre 8 si sono astenuti.

A Como il Documento é stato approvato da tutti i 24 Consiglieri presenti. Secondo il suo Presidente Ferdinando Mazara, "é stato il Consiglio Provinciale più importante dalla data del suo insediamento perché ha consentito una pausa di riflessione istituzionale e sociale sui valori della democrazia, della responsabilità autonomista e del federalismo e ha dimostrato come tali valori non possano avere concreta attuazione nell’ordinamento costituzionale in assenza di un Ente intermedio come la Provincia".
Dopo aver ricordato che l’azione giornalistica e politica diretta alla soppressione delle Province non è, dal punto di vista storico, una novità dell’ultimo periodo ma risale alla fine degli anni 80, con il consolidarsi dell’ordinamento regionale e il tentativo di sostituire le Province con i comprensori, il Presidente Mazara ha evidenziato che tutta la legislazione successiva agli anni 90 ha rafforzato il ruolo della Provincia, rendendo concreta ed operativa l’attribuzione di fondamentali competenze dal cui efficace esercizio dipende lo sviluppo sociale, economico e culturale dell’intera comunità provinciale, con riferimento alle funzioni di programmazione urbanistica e territoriale, di pianificazione scolastica, di protezione civile, di sostegno all’occupazione ed al mondo del lavoro, di viabilità e grandi infrastrutture.
"E’ sotto gli occhi di tutti", continua Mazara "come la Provincia, in questo momento di crisi finanziaria ed industriale senza precedenti nel territorio, stia investendo grandi risorse ed azioni per gestire le emergenze occupazionali in atto. La mia esperienza politica ed amministrativa mi porta a ritenere che l’ipotizzata abolizione delle Province sia, se analizzata con riferimento ai valori di democrazia e rappresentatività, un gravissimo errore istituzionale perché al centralismo dello Stato si sostutuirebbe un nuovo e forse peggiore centralismo regionale - essendo impensabile infatti che le funzioni che la Provincia esercita oggi possano essere parcellizzate tra i Comuni -, verrebbe gravemente compromessa la rappresentatività rispetto ai livelli di governo regionale e centrale dei comuni più piccoli - che le Province promuovono e tutelano - e al posto di un ente intermedio con funzioni sovracomunali verrebbe creata un'agenzia regionale diretta e gestita da un apparato burocratico".
"L’auspicio che formulo", conclude Mazara", "è che questa giornata di mobilitazione nazionale serva a far conoscere meglio ai cittadini la Provincia e le sue funzioni e di far comprendere come essa, al pari del Comune, sia la casa in cui il cittadino può esercitare il suo diritto alla mobilità, all’istruzione propria e dei propri figli, ad un ambiente migliore, ed allo sviluppo della propria personalità in tutte le forme che la Carta dei diritti dell’Uomo consente".

Approvazione unanime anche in Consiglio provinciale a Varese, con la sola astensione di Vilma Borsotti dell’Italia dei Valori.
"Non si tratta di difendere delle poltrone" – ha dichiarato il Presidente del Consiglio Luca Macchi – "bensì di valutare con attenzione l’importanza del ruolo di questo Ente. Pensare di imputare alle Province i costi della politica, sarebbe sbagliato e fuorviante».
Sulla medesima linea d’onda anche Roberto Caielli del Pd, secondo cui "le Province sono un Ente intermedio di importanza strategica poiché, qualora venissero eliminate, lascerebbero le proprie competenze alle Regioni, ovvero a un’istituzione troppo lontana dalla vita quotidiana dei Comuni. Dobbiamo quindi ragionare non sull’eliminazione, bensì sull’ottimizzazione della pubblica amministrazione».
Anche Alessandro Bonfanti, capogruppo Pdl ha sottolineato l’importanza di questa istituzione in quanto "troppo importanti e strategiche sono oggi le competenze delle amministrazioni provinciali".
Sui costi della politica e in particolare delle Province, con un intervento provocatorio il Consigliere della Lega Nord Marco Pinti ha rilevato che "se il problema sono i costi, che ammontano a circa 170 euro l’anno per ogni cittadino, forse sarebbe più opportuno eliminare il canone Rai per rientrare nella spesa. In questo modo non si andrebbe a intaccare l’ordinamento democratico, invece garantito proprio dai consigli provinciali eletti dai cittadini».
Gli esponenti Udc, favorevoli al documento, hanno preso le distanze dalla posizione che il partito ha adottato a livello nazionale, sottolineando che "il nostro gruppo consiliare è contrario all’eliminazione di questo Ente, che riteniamo strategico".
La chiusura degli interventi è toccata al Presidente della Provincia Dario Galli. "E’ evidente che le Province hanno una funzione cruciale ed è altrettanto vero che con la loro eliminazione non si abbatterebbe la spesa della politica. Per altro occorre non dimenticare l’importante ruolo democratico che svolgono questi Enti, poiché non si deve confondere il costo della burocrazia con quello della democrazia. Un conto sono i consigli e le amministrazioni elette dai cittadini, un altro sono gli enti fatti da semplici funzionari. La questione quindi è solo organizzativa: tutti gli Enti pubblici dovrebbero essere strutturati in modo tale da poter offrire il miglior servizi al minor costo. Una provincia popolosa come la nostra riesce ad avere 70 dipendenti ogni 100 mila abitanti e a far crescere il territorio, mentre in Italia ci sono altre realtà, ad esempio Perugia, che pur avendo un numero di abitanti minore ha un numero maggiore di amministratori».


Milano, 2 febbraio 2009