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Intervento del Presidente Torchio al Consiglio Direttivo di Como
Recuperare spirito Statuto lombardo per nuova stagione Autonomie

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INTERVENTO DEL PRESIDENTE ON. GIUSEPPE TORCHIO ALLA RIUNIONE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO UPL DEL 14 LUGLIO 2008 – INCONTRO CON IL MINISTRO DELL’INTERNO ON. ROBERTO MARONI


Ringrazio il presidente Leonardo Carioni ed il Ministro dell’Interno, on. Roberto Maroni per questa occasione.

Abbiamo almeno quattro questioni sulle quali definire una posizione unitaria così come è avvenuto in modo ampiamente condiviso nel varo dello Statuto federalista ed autonomista della Regione Lombardia, che noi riteniamo un grande valore e nello stesso tempo elemento di garanzia per l’insieme e il sistema delle Autonomie Locali.

Si sta conducendo una battaglia impegnativa. Dopo importanti enunciati si deve passare alla fase della concretizzazione.

Penso che lo spirito con il quale non solo la maggioranza – ma anche la parte più significativa dell’opposizione in Lombardia e all’interno di quella Commissione guidata dal Consigliere Adamoli - hanno portato avanti questo lavoro ai Tavoli tematici sia un elemento esemplare anche per quanto riguarda l’articolato tema delle riforme e possa portare a significative convergenze.

Tutti sanno che la situazione è problematica sul piano delle risorse e che le situazioni che il Governo dovrà affrontare debbono spingere in direzione di una politica oculata legata anche al risparmio di bilancio e, quindi, in questo clima sarà molto difficile potere contare su risorse aggiuntive.

Ciò che vorrei riconoscere è la posizione del Ministro e della sua parte politica che, con riferimento al ruolo delle Province, mi auguro possa risultare vincente all’interno del Governo in modo che tutte le fatiche e gli sforzi che noi ogni giorno sviluppiamo all’interno dei territori per garantire coesione sociale, territoriale e istituzionale possano essere corrisposti.

Io penso che oggi questo tema, insieme alla richiesta di risposte sulle tasse, sui tributi, sull’autonomia fiscale, che potrebbero essere accolte e risolte una volta per tutte con una dotazione finanziaria adeguata agli Enti Locali in conseguenza dello Statuto regionale autonomo e per ricaduta, quindi, sulle Province, sia l’elemento che però maggiormente ci soddisfa per la sua posizione e nello stesso tempo ci preoccupa rispetto alla difficoltà del quadro generale.

La seconda questione è che in questi anni le Province, lo diceva il Presidente Carioni, si sono sostituite in altre occasioni anche allo Stato e alle inefficienze di realtà collegate come l’Anas (penso alla sua statale “Regina”, ma anche alle inadempienze riferite ai ponti sul Po che riguardano il mio territorio). In molte situazioni ci siamo sostituiti nella programmazione, nella progettazione infrastrutturale, nella partecipazione a processi di natura economica che sono quanto mai coinvolgenti rispetto ad un’economia che non decolla. Elementi su cui si basa la valutazione dell’opinione pubblica, sempre più esigente.

Quindi abbiamo attivato direttamente o attraverso le partecipate degli elementi virtuosi di crescita del territorio che dovrebbero essere considerati.

Quindi, se deve esserci una penalizzazione per quelli che non rispettano gli obiettivi indicati nel Patto di Stabilità, dovrebbe esserci anche una premialità per chi ha dimostrato efficienza, attenzione, protagonismo e pragmatismo all’interno degli assetti strutturali, infrastrutturali ed economici del territorio. Ne vorremo trovare traccia, finalmente, nella prossima Legge Finanziaria.

Abbiamo cercato di portare avanti processi di integrazione con le Camere di Commercio e con altre realtà territoriali per tentare di dare alle partecipate, siano esse le società autostradali o di altra tipologia di servizi all’interno della gestione delle Pubblic Utilities, una visione di movimento e di attivismo.

Abbiamo cercato di realizzare delle grandi aggregazioni sovraterritoriali anche in termini di Società per i servizi pubblici locali. Da noi ciò ha consentito di potabilizzare tutti i 115 Comuni, così come l’attivazione del collegamento veloce ad internet “banda larga” per l’intero territorio.

Abbiamo dimostrato una partecipazione intelligente anche alle evoluzioni delle dinamiche dell’economia, con misure sulla competitività e innovazione delle aziende, successivamente fatte proprie dalla Regione. Siamo impegnati a tutti i livelli per ottimizzare i sostegni e contributi dell’Unione europea a partire dai Fondi Fas –sia per le 13 Province del Po, sia quelli aggiuntivi per tutti - del nuovo Piano di Sviluppo Rurale, del Fse e del Fesr.

Io penso che tutto ciò, Sig. Ministro, dovrà essere attentamente valutato e soppesato nella prossima Legge Finanziaria, ma anche negli altri strumenti di gestione che attiverà il Governo, perchè l’attività delle Province possa essere riconosciuta e considerata elemento di valore aggiunto.

La terza questione che voglio raccomandare è legata al tema della sicurezza, come indicato nel documento.

Come Provincia stiamo sviluppando a livello territoriale un “Patto Provinciale per la sicurezza la coesione e l’integrazione sociale” con l’obiettivo di coordinare e potenziare l’azione delle Polizie Municipali e di quella Provinciale che a livello territoriale stanno già operando in sinergia con le Forze dell’Ordine, mentre già sono allo studio progetti per la realizzazione delle centrali operative uniche e azioni mirate e coordinate a livello provinciale di nuove misure di prevenzione, repressione, formazione e integrazione per non andare in ordine sparso.

Il nostro progetto, già vagliato dal Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica è oggi all’esame del Ministero dell’Interno per la definitiva approvazione.

Abbiamo adottato una linea flessibile cercando di introdurre e recepire la “filosofia” dei provvedimenti del Governo e delle nuove disposizione di legge. Abbiamo esteso questa operatività ai maggiori Comuni e, ora, abbiamo la necessità che ci venga dato il via libera per realizzare anche con risorse dei nostri bilanci questi elementi di risposta alle preoccupazioni crescenti dei cittadini.

L’ultima questione, e concludo, riguarda la vicenda dell’Expo 2015.

So bene che le risorse non sono illimitate e naturalmente i “tesoretti” non sono infiniti, però nello stesso tempo la raccomandazione che viene anche dal Governo che noi sposiamo con convinzione, è di evitare opere ed iniziative di carattere faraonico e “cattedrali nel deserto”, ma di dotare realmente il territorio, attraverso l’Expo con adeguate infrastrutture a beneficio di tutta la Lombardia anche e soprattutto nel sud della regione. Abbiamo ribadito tali orientamenti nell’incontro con le 25 Province del Nord Ovest che si è tenuto nei giorni scorsi a Cremona, con particolare riferimento al progetto agroalimentare ed ai distretti produttivi che maggiormente interessano il sud Lombardia.

Opere che restino, opere che servono, opere che il giorno dopo non vengano abbandonate o, peggio, demolite una volta ultimato l’Expo, ma che siano anche occasione per elevare il livello di qualità infrastrutturale lombardo vera locomotiva italiana ed europea.
Immagino l’Expo come occasione unica per la filiera “Food” e per le realtà che rappresentano elemento di eccellenza nell’ambito agroalimentare e delle produzioni di qualità.