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Il Direttivo UPI approva le proposte provinciali per la XVI Legislatura
Consegnate al Presidente Berlusconi dal Presidente UPI Melilli il 5 giugno

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Il Consiglio Direttivo UPI, riunito a Rimini il 4 giugno nell'ambito di Euro.PA, ha approvato le "Proposte delle Province per la XVI Legislatura".
Alla riunione del Direttivo, hanno partecipato tra gli altri, per le Province lombarde, i Presidenti dei Consigli provinciali di Bergamo, Mantova e Milano, Emilio Mazza, Laura Pradella e Vincenzo Ortolina, i Consiglieri provinciali di Milano Arianna Censi e Giovanni De Nicola e di Brescia Annalisa Voltolini, l'Assessore provinciale di Bergamo Bianco Speranza, il Direttore UPL Giuseppe Valtorta e il Responsabile della Segreteria Tecnica Dario Rigamonti.

Nel suo intervento introduttivo, il Presidente dell'UPI Fabio Melilli, dopo aver preannunciato alcuni cambiamenti nell'Ufficio di Presidenza (in relazione all'ingresso dei Presidenti delle Province di Vercelli, Asti e Roma, Renzo Masoero, Maria Teresa Armosino e Nicola Zingaretti) e nel Consiglio Direttivo (tra gli altri, il Consigliere provinciale di Milano Fabio Meroni), si é soffermato sull'incontro previsto per l'indomani (presente anche il Presidente della Provincia di Brescia e Vicepresidente UPI Alberto Cavalli) con il Presidente del Consiglio dei Ministri On. Sivio Berlusconi e ha illustrato il documento UPI con le proposte per la XVI Legislatura (on line nella sezione "Documentazione - documenti"), con particolare riferimento a semplificazione ("occorre ridurre i livelli di burocrazia") e federalismo fiscale ("che coniughi solidarietà e unità del Paese, non sia solo regionale, e sia accompagnato da un sistema di garanzie di risorse certe").

Tra gli interventi, per le Province lombarde, la Consigliera Censi ha evidenziato alcune priorità (qualità formativa scolastica, qualità della vita, riorganizzazione della Pubblica Amministrazione, nuove tecnologie e necessità di banche dati e rilevazione statistica di genere), mentre il Direttore Valtorta, oltre ad illustrare il contributo di UPL alla proposte per la XVI Legislatura (già rassegnato dal Presidente Mazza al Direttore UPI Piero Antonelli), ha sottolineato l'esigenza di un doppio binario di risorse dallo Stato alle Autonomie locali, diretto e attraverso le Regioni, per le competenze che esse intendono attribuire o delegare e le cui risorse sono oggi di fatto rinviate appunto al federalismo fiscale, ha evidenziato la necessità di precisare (come emerso in altri interventi che l'hanno preceduto) nel documento UPI che la posizione di chiusura su nuove Province - come ha sottolineato il Presidente UPL Carioni dopo l'incontro al Quirinale la scorsa settimana con il Presidente della Repubblica - non riguarda la nuova Provincia di Monza e Brianza, già istituita sin dal 2004.

Successivamente, nel pomeriggio di ieri, si é quindi svolto l'incontro della delegazione UPI a Palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, i Ministri Fitto e Tremonti e i Sottosegretari Letta, Vegas e Davico.

"Dalle prime dichiarazioni la manovra si profila dura - ha detto il Presidente UPI Melilli al termine - aspettiamo che ci vengano date alcune indicazioni, speriamo che non incida sul patto di stabilita' interno. Durante l'incontro il ministro dell'Economia Giulio Tremonti non ha dato i numeri della manovra ne' e' entrato nel merito. Si e' parlato di federalismo fiscale, della semplificazione della pubblica amministrazione per eliminare la burocrazia e ammodernare il paese. C'e' uno spirito di collaborazione".

"Per quanto riguarda le Province non si è più parlato di abolizione; parliamo invece di semplificazione del sistema e di abolizione di molti enti inutili. Oggi - ha aggiunto Melilli - abbiamo cominciato un percorso, speriamo molto produttivo, di eliminazione della burocrazia e di ammodernamento del Paese, e ora vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni".

Durante l'incontro con il Governo, Melilli ha inoltre consegnato al Presidente Berlusconi un crono programma di un opera pubblica, per ribadire l'insostenibilità delle procedure cui le Province debbono sottostare dalla definizione di un opera alla sua conclusione. Il documento mostra come dall'atto di avvio dell'opera alla sua esecuzione e consegna passano in media tre anni: due anni per gli adempimenti burocratici e un anno per l'esecuzione effettiva.
"Per portare a termine un'opera pubblica in Italia le amministrazioni locali devono sottoporsi ad una vera e propria corsa ad ostacoli che impone continui blocchi e rallenta la chiusura dei cantieri. Sono tempi - ha detto Melilli a Berlusconi - davvero insostenibili: c'è bisogno di intervenire e presto nella revisione di queste norme, per tagliare tutti quei passaggi inutili o doppi, senza incidere sui controlli e sulla sicurezza".


Milano, 6 giugno 2008