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Documento congiunto UPL - ANCI Lombardia sull'educazione adulti
Condiviso anche dall'Ufficio Scolastico Regionale con alcune osservazioni

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Fin dal giugno 2007 Unione Province Lombarde e ANCI Lombardia (attraverso i rispettivi Gruppi di Lavoro/Dipartimento “Istruzione”), d’intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale, hanno costituito una Consulta permanente per l'istruzione degli adulti.

Come è noto, infatti, la Legge Finanziaria 2007, ha ridefinito il sistema dell'educazione degli adulti (EdA), ovvero l'insieme delle opportunità formative finalizzate a consentire alle persone che lo desiderano, l’acquisizione di competenze di base e specialistiche in diversi ambiti, oltre all'arricchimento del proprio patrimonio culturale.

Nello specifico, il decreto attuativo del comma 632 della L.296/2006 del Ministero della Pubblica Istruzione del 25.10.2007 definisce i criteri generali per il conferimento dell’autonomia ai “Centri provinciali per l’istruzione degli adulti” (CPIA), che comportano nei fatti una riorganizzazione degli attuali CTP e dei corsi serali ed una loro aggregazione.

I CPIA dovranno essere dotati di un organico funzionale specifico, con un proprio Dirigente scolastico ed un’autonomia amministrativa, organizzativa e didattica. Questa almeno la prospettiva delineata, confermata dal decreto del Ministero della P.I. prima citato. Quindi si prevede un apparato amministrativo autonomo ”…nei limiti del numero delle autonomie scolastiche istituibili in ciascuna Regione e delle attuali disponibilità complessive degli organici…”.

L’obiettivo, in questa fase, oltre a quello di ipotizzare una razionale distribuzione dei CPIA sul territorio, è quello di definire un modello di CPIA che parta dalle iniziative di raccordo tra CTP e corsi serali che sono già state sperimentate sul territorio. Un modello non elaborato solo sulla carta, ma che parta da ciò che già è stato avviato. Quindi si tratta di definire e sperimentare un modello che, una volta validato nella sua efficacia, possa costituire un riferimento anche per altre realtà.
Certo, per fare questo è necessario avviare un confronto con le realtà dove queste sperimentazioni sono state avviate o sono in fase di progettazione.

Le problematiche scaturite dal decreto dello scorso 25 ottobre, così come è emerso dai tavoli costituiti nelle diverse Province, non sono di poco conto; in particolare il vincolo delle dirigenze esistenti che non possono aumentare, ma devono rimanere all’interno della dotazione attuale.

Gli altri problemi emersi si possono così riassumere:

- la mancanza di parametri di riferimento precisi per il dimensionamento dei CPIA (il riferimento rimane il DPR 233/98, il Regolamento recante norme per il dimensionamento ottimale delle istituzioni scolastiche che difficilmente però può valere per i CPIA);

- il fatto che attualmente i dirigenti scolastici dei CTP sono dirigenti di scuole primarie, istituti comprensivi o scuole secondarie di primo grado, e quindi si occupano di realtà scolastiche completamente diverse (per tipologie di utenza e bisogni formativi); al contrario i dirigenti dei futuri CPIA dovrebbero gestire esclusivamente questi centri;
- Altro problema è l’eterogeneità dell’organico attuale dei CTP: docenti con esperienza che vi lavorano fin dai tempi delle 150 ore e dei corsi di alfabetizzazione, docenti che hanno scelto di lavorare nei CTP perché stanchi di lavorare con bambini o adolescenti, docenti precedentemente dichiarati inidonei all’insegnamento che sono rientrati in servizio, ecc.; quindi sul piano della professionalità la situazione è assai eterogenea e diseguale.

Questi e molti altri problemi che scaturiscono da questa complessa operazione di costituzione dei CPIA richiedono un confronto/approfondimento con tutti gli enti locali coinvolti, il sistema dell’istruzione, la formazione professionale, i rappresentanti sindacali e, naturalmente, il mondo variegato dell’EDA con tutto il patrimonio di esperienze e di buone pratiche costruite nel corso del tempo.

Con l’obiettivo di avviare un dibattito costruttivo, Province e Comuni della Lombardia concordano, nell’intento di assumere responsabilità comuni, le seguenti priorità:

 certezza dei tempi e delle azioni, per non deludere le aspettative negli utenti;
 definizione dei Piani di dimensionamento per la dislocazione dei CPIA;
 attivazione di spazi di raccordo, confronto e collaborazione con il mondo dell’EdA;
 individuazione delle Dirigenze scolastiche;
 formazione di figure professionali e operatori da inserire gradualmente;
 sperimentazioni dei nuovi Centri autonomi provinciali a partire da quest’anno – valorizzando le esperienze già in atto – sottoponendole all'attenzione del Ministero e della Regione;
 necessità di poter disporre di risorse adeguate.

A tal fine, ritengono indispensabile ed urgente il coinvolgimento di Regione Lombardia, sia per condividere il piano di dimensionamento, che per avviare un confronto con il Ministero sulle questioni legate alla realizzazione e alla distribuzione dei centri.

IL documento é stato condiviso in larga parte dall'Ufficio Scolastico Regionale, che ha formulato alcune osservazioni.

La prima riguarda la problematica relativa ai dirigenti scolastici, di cui giustamente si fa rilevare come il profilo professionale attuale non sia corrispondente a quello necessario per dirigere i futuri CPIA. Si fa tuttavia osservare, a questo proposito, che nessuno degli attuali dirigenti passerà automaticamente a dirigere i Centri Provinciali, neppure qualora questi ultimi fisicamente fossero allocati nell’attuale sede di titolarità.
Il problema riguarda non tanto la formazione degli attuali dirigenti, quanto i criteri di attribuzione dei nuovi incarichi. Si potrebbe ipotizzare un confronto sui criteri.

La seconda osservazione riguarda la possibilità che i Centri siano resi operanti già dall’anno scolastico 2008-09. Ovviamente ciò non è possibile sul piano giuridico, stante che l’autonomia può essere attribuita solo nel quadro del piano di dimensionamento, che è già stato adottato.
Sul piano della sperimentazione organizzativa e metodologica, l'Ufficio Scolastico Regionale ha già raccomandato che alcune misure (costituzione di un collegio unitario, organizzazione di commissioni di area disciplinare, stipula di convenzioni per l’utilizzo dei locali ecc.) siano adottate già da questo anno e a questo fine esclusivo ha attribuito ai diversi Uffici Scolastici Provinciali i fondi previsti dalla legge 440/97.

Per il resto, l'USR ha già avuti contatti con la Regione Lombardia, che si è impegnata a convocare le Amministrazioni Provinciali in tempi brevi (il 17 aprile) per esaminare proprio le questioni relative all’istituzione dei CPIA, mentre è stata avviata una iniziativa di formazione che si articolerà, a partire da settembre, ai livelli provinciali. L'USR auspica di poter coordinare le proprie iniziative con quelle eventualmente proposte a livello di UPL o ANCI così come di proseguire nell’attuale feconda collaborazione.


Milano, 7 aprile 2008