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Esercitazione Nazionale di Protezione Civile Valtellina 2007
Regione e Province lombarde insieme in cinque scenari di emergenza

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L’Assessorato alla Protezione Civile, Prevenzione e Polizia Locale della Regione Lombardia, nell’ambito del ventennale dell’evento Valtellina 1987-2007, ha promosso con il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale e in collaborazione con le Province lombarde, l’esercitazione nazionale “Valtellina 2007”, nei territori colpiti dall’alluvione del 1987.

Le iniziative previste sono un’opportunità per raccontare una parte importante della storia della Protezione Civile lombarda, che si è rafforzata proprio partendo da quanto è accaduto nel luglio di 20 anni fa in Valtellina, con una ricaduta che coinvolse un’area che abbraccia i territori di ben cinque province lombarde: Bergamo, Brescia, Como, Lecco e Sondrio.

Vent’anni fa le istituzioni e i volontari furono chiamati a prestare la loro opera in una fase di piena emergenza; oggi, con lo stesso spirito di servizio, il sistema lombardo é chiamato ad esercitare il ruolo determinante nell’ambito delle attività di previsione e prevenzione, fondamentali per una moderna cultura di Protezione Civile.

L’esercitazione nazionale “Valtellina 2007” simula una situazione meteorologica simile a quella verificatasi nel 1987, ed interessa le province di Brescia, Bergamo, Como, Lecco e Sondrio, coinvolgendo complessivamente 27 comuni, generando situazioni critiche diffuse sul territorio.
La risposta operativa per fronteggiare gli effetti dell’evento simulato richiede l’impiego di risorse e poteri straordinari per cui l’emergenza si configura in un evento di tipo c), ai sensi del comma 2 lettera c) della L 225/1992.

Gli scenari sono i seguenti:

Provincia di Bergamo:
a) evento di piena lungo l’asta principale del fiume Brembo con esondazione nel territorio dei Comuni di Lenna, San Giovanni Bianco e San Pellegrino Terme con coinvolgimento di centri abitati, infrastrutture, aree produttive, strutture sanitarie, attività commerciali e ricreative;
b) la mobilitazione nel comune di San Giovanni Bianco di un esteso movimento di versante con formazione di uno sbarramento lungo l’alveo del Torrente Enna e conseguente sviluppo di un’onda di piena caratterizzata da forte trasporto solido.

Provincia di Brescia:
a) fenomeni alluvionali e di trasporto solido nel bacino del torrente Poglia e coinvolgimento dalla società Edison in attività di previsione e svaso preventivo sulla diga Poglia;
b) attivazione di fenomeni franosi diffusi nei comuni di Berzo Demo, Cedegolo, Cevo e Saviore dell’Adamello, che interessano sia la viabilità provinciale che porta in Valsaviore (SP 6 e SP 84) che zone abitate e case sparse. In particolare viene simulata l’attivazione del movimento franoso in frazione Valle del comune di Saviore dell’Adamello con coinvolgimento del Centro monitoraggio geologico di ARPA presso Sondrio, che controlla l’acquisizione e l’interpretazione dei dati di monitoraggio della frana ed evacuazione della popolazione;
c) sovralluvionamenti ed esondazione lungo l’asta del fiume Oglio limitatamente ai comuni di Berzo Demo, Cedegolo e Sellero. In particolare viene simulata l’esondazione in corrispondenza dell’immissione del torrente Poglia nell’Oglio nel comune di Cedegolo con coinvolgimento di parte dell’abitato (compresa la sede comunale) ed evacuazione della popolazione, interruzione della SS 42 con lesioni ai ponti sulle valli del Poja e Gravagna;
d) colate detritiche nei torrenti Rabbia e Remulo che interessano la frazione Rino del comune di Sonico con conseguente evacuazione della popolazione nell’area di accoglienza predisposta nello stesso territorio comunale, come da Piano di emergenza comunale, e interessamento della SS 42.

Provincia di Como:
a) esondazione del Lago di Como nei Comuni di Gera Lario, Sorico, Domaso, Gravedona e l’esondazione del Fiume Mera;
b) fenomeni di instabilità gravitativa sui versanti dei bacini idrografici del torrenti dell’Alto Lario Occidentale che contribuiscono ad aumentare il trasporto solido negli alvei, in particolare in quello relativo al Torrente San Vincenzo e al Torrente Sorico;
c) la formazione di un dissesto idraulico di tipo torrentizio caratterizzato da notevole trasporto solido causato anche dalla rimobilitazione di parte della frana rocciosa Madonnina Macialli e della frana Rinada. Si crea, quindi, lo sbarramento momentaneo dell’alveo che, successivamente, viene sfondato da un’ondata di piena liquido-solida determinando un trasporto di materiale caratterizzato da elevata energia e capacità erosiva verso la conoide di Gera Lario.

Provincia di Lecco:
a) a Cortenova, in Valsassina, la riattivazione parziale della frana di Bindo e di diffusi dissesti di versante che producono l’innesco di colate detritiche lungo l’impluvio della Valle Rossiga;
b) dissesti idraulici di tipo torrentizio con notevole trasporto solido che interessano gli alvei dei torrenti Inganna, Valle Merla e Val Suera, situati nel territorio comunale di Colico
c) la mobilitazione nei comuni di Colico e Dorio di una porzione del piede del grosso corpo di frana del Monte Bedolesso, con volumi di circa 200.000 m³, con formazione di uno sbarramento (per un’altezza di circa 20 metri di materiale) dell’alveo del Torrente Perlino, con conseguente effetto diga e successivo cedimento per sifonatura dello stesso con sviluppo di un’onda di piena caratterizzata da forte trasporto solido;
d) il significativo innalzamento del livello idrometrico del lago di Como, che determina fenomeni di esondazione in tutta la fascia costiera del comune di Colico, con interessamento di numerose attività turistiche e conseguente impossibilità di accesso ai servizi di navigazione.

Provincia di Sondrio:
Lo scenario dell’esercitazione prevede che abbondanti precipitazioni provochino un’accelerazione dei movimenti della frana del Ruinon situata sul versante SW del Monte Confinale nel Comune di Valfurva.
La frana del Ruinon è caratterizzata dallo scivolamento di detrito superficiale e di roccia profondo oltre che dalla caduta di massi e colate detritiche in concomitanza di piogge e/o disgelo.
Viene ipotizzato il collasso di un volume di roccia di 20-30 milioni di metri cubi.
Tale evento corrisponde allo scenario E) del Piano di emergenza della Prefettura di Sondrio, elaborato nel 1998 e aggiornato nel 2000, che prevede attivazioni a seguito del superamento di soglie strumentali relative al sistema di monitoraggio installato sulla frana.
La frana è costantemente monitorata con strumenti geotecnici, topografici, GPS, meteorologici e anche da un strumento radar da terra.
Ulteriori indagini, con l’analisi degli spostamenti osservabili da satellite, sono state effettuate sulla frana nell’ambito del Progetto europeo EURORISK PREVIEW.
Il franamento della parte instabile del versante provocherebbe lo sbarramento della valle del torrente Frodolfo e la formazione di un lago a monte dello sbarramento, con il conseguente rischio di un collasso e formazione di un’onda di piena che si propagherebbe verso valle interessando, con effetti distruttivi, i comuni di Valfurva, Bormio e Valdisotto.
Gli effetti immediati della frana sarebbero quelli dell’isolamento della frazione di Santa Caterina del Comune di Valfurva, che rimarrebbe raggiungibile dalla Valtellina solo attraverso una pista di emergenza e dalla Valcamonica attraverso il passo del Gavia, e l’interruzione della fornitura di energia elettrica alla medesima frazione.
Nel piano di emergenza prefettizio, testato nell’esercitazione, si prevede l’evacuazione a titolo precauzionale di parte della popolazione.
Nei tre comuni interessati, Bormio, Valdisotto e Valfurva, è prevista la sperimentazione della segnaletica di emergenza per un totale di 63 cartelli stradali regolamentari. Nove di indicazione [C.O.M., UCL/COC (due), area di attesa (due), area di accoglienza popolazione (due), area di ammassamento soccorritori (due)] e 54 di indicazione.

Lo scopo principale degli scenari è far prendere coscienza del ruolo che ciascuna componente del sistema di protezione civile deve svolgere durante un evento reale e testare il modello di risposta pianificato, utilizzando linguaggi e procedure comuni e condivise a livello nazionale.
A tal fine viene coinvolto l’intero sistema regionale di protezione civile anche attraverso la sperimentazione del gemellaggio tra le Province sopra citate con le altre Province lombarde non interessate dagli scenari di evento.

Le altre Regioni sono chiamate a collaborare con il sistema lombardo per svolgere attività di eccellenza con particolare riferimento a funzioni tecnico-scientifiche.


Milano, 20 luglio 2007