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Consiglio Direttivo Upl l'8 marzo con il Presidente Upi Saitta
Tener conto di diversità e virtuosità nella valutazione Province

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"Un sistema istituzionale efficiente e capace di offrire servizi adeguati ai cittadini non può prescindere dall’esistenza di enti intermedi in grado di dialogare con il territorio. Per questo presidiare il futuro delle Province e dei loro servizi alla comunità è una battaglia giusta e doverosa. Altra questione è considerare alla stessa stregua tutte le Province: non sono tutte ugualmente utili e ben gestite”. Queste le parole del Presidente dell’Unione Province Lombarde (UPL) Massimo Sertori a margine del Consiglio direttivo UPL svoltosi quest’oggi a Palazzo Isimbardi a Milano. Una riunione che, oltre ai dodici Presidenti delle Province Lombarde, ha visto presente il Presidente dell'Unione Province Italiane Antonio Saitta, numero uno della Provincia di Torino. “Un restyling ottimale della struttura istituzionale del Paese – prosegue Sertori – non può prescindere da questa differenza. Le Province Lombarde hanno esigenze diverse dalle altre e le loro istanze vanno valorizzate tenendo conto della virtuosità, delle diverse competenze e dei costi sostenuti, spesso sproporzionati rispetto a quelli a carico di altre Province. Questo è quanto abbiamo chiesto al Presidente UPI nel corso dell’incontro”.
“Il Consiglio direttivo ha evidenziato, ancora una volta, la necessità di ragionare su una ottimizzazione dell’architettura istituzionale dello Stato – ha aggiunto il Presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà -. Se tale riordino venisse applicato alle sole Province, rischieremmo di buttare fumo negli occhi ai cittadini. Occorre, in tal senso, riflettere su una revisione lungimirante, che includa una razionalizzazione dei ministeri, delle regioni (che esercitando attività legislativa, di indirizzo, di controllo e spesso anche di gestione finiscono per assolvere al ruolo di controllore e di controllato) e dei 4.500 Enti intermedi (consorzi di bonifica, unione di comuni, Enti parco, comunità montane). In quest’ottica, lo scorso anno avevo consegnato al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Monti, una proposta capace di garantire risparmi effettivi pari a 5-6 miliardi di euro l’anno. Senza, peraltro, scadere in demagogia come la Giunta della Regione Siciliana, che ha recentemente varato un’abolizione “di facciata” per far spazio a consorzi di comuni con almeno 150mila abitanti. Con il rischio, dunque, di sostituire le attuali nove amministrazioni con oltre 30 nuove realtà. Mi auguro che la posizione espressa, oggi, dai presidenti intervenuti a Palazzo Isimbardi possa essere presto illustrata al nuovo Governo. Fino a quel momento non disporremo, purtroppo, di un interlocutore. In questo momento, il timore è che il 50% delle Province italiane non riesca a chiudere i bilanci sia a causa del calo o all’eliminazione delle entrate proprie sia in funzione della necessità di fornire servizi adeguati ai cittadini ma, soprattutto, a causa dei tagli sproporzionati imposti dall’Esecutivo ai nostri Enti. Durante l’incontro abbiamo anche discusso della possibilità che le Province lombarde, a livello Upl, possano rientrare nell’Upi in virtù del cambio al vertice dell’associazione nazionale. Ad ogni modo, restiamo dell’idea di rimarcare e rivendicare le nostre caratteristiche, legate sia alla specificità dei territori sia alla scelta della Regione di affidarci alcune importanti funzioni. Si tratta di peculiarità che devono essere rispettate, altrimenti non ci sentiremmo rappresentati.


Milano, 8 marzo 2013