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Seduta del 4/12 della Commissione Affari Costituzionali Senato
Iniziato esame degli emendamenti all'AS 3558 (dl 188)

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Legislatura 16ª - 1ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 465 del 04/12/2012

AFFARI COSTITUZIONALI (1ª)


MARTEDÌ 4 DICEMBRE 2012

465ª Seduta (antimeridiana)


Presidenza del Vice Presidente BENEDETTI VALENTINI


Intervengono il ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione Patroni Griffi e il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Malaschini.

La seduta inizia alle ore 10,05.

IN SEDE REFERENTE

(3558) Conversione in legge del decreto-legge 5 novembre 2012, n. 188, recante disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane

- e voti regionali n. 120 e 122 ad esso attinenti

(Seguito dell'esame e rinvio)

Riprende l'esame, sospeso nella seduta del 27 novembre.

Il PRESIDENTE riferisce sullo svolgimento delle audizioni informali svoltesi dinanzi all'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari, in occasione delle quali sono state depositate memorie e documenti che saranno resi disponibili per la pubblica consultazione.

La Commissione prende atto.

Si procede all'esame degli emendamenti riferiti al testo del decreto-legge, pubblicati in allegato.

Il senatore DIVINA (LNP) illustra alcune proposte tese a riconsiderare i criteri fissati per l'individuazione delle province e ad ammettere alcune deroghe, in considerazione dell'omogeneità territoriale di alcune aree, nonché delle iniziative già avviate dai comuni per il passaggio ad altra provincia.

Il senatore BOSCETTO (PdL) illustra l'emendamento 1.54, diretto a prevedere una deroga per le province confinanti con Stati esteri, che abbiano stipulato accordi volti alla cooperazione transfrontaliera in base all'accordo di Schengen.

Il senatore PASTORE (PdL) ricorda le criticità sotto il profilo costituzionale e nei rapporti fra i diversi territori che il decreto presenta. I criteri definiti dai provvedimenti precedenti devono essere rispettati, ma la rottura del quadro istituzionale deve attenersi a una logica quanto mai rigorosa e non condizionata da interessi particolari locali. Illustra l'emendamento 1.61, che ripropone un tema già affrontato in sede di esame dei disegni di legge in materia di Carta delle autonomie. Esso prevede che non possono essere inclusi, nel territorio delle città metropolitane, territori corrispondenti a intere province diverse da quella trasformata. In proposito, sottolinea la necessità di chiarire le caratteristiche delle città metropolitane, che presuppongono una conurbazione e una continuità assoluta fra i comuni del territorio e la città, rispetto alle caratteristiche delle province, che restano un insieme di comuni, anche senza continuità territoriale. Inoltre, sottolinea l'opportunità di effettuare una verifica dell'interesse del comune capoluogo a trasformarsi in città metropolitana.

Il senatore MANTICA (PdL) illustra l'emendamento 1.7, diretto a prevedere che i requisiti per la sussistenza delle province siano considerati alternativamente e non in modo concorrente: infatti, a suo avviso, la condizione contestuale di un certo numero di abitanti e di una determinata estensione territoriale in molti casi dà luogo a un esito contraddittorio e illogico. Inoltre, non è pensabile, a suo avviso, ridefinire le circoscrizioni provinciali senza aver definito preventivamente le funzioni delle province, utili a individuare i bacini ottimali di riferimento dei diversi servizi. A tale riguardo, sottolinea l'improprietà dell'accorpamento della provincia di Monza e della Brianza alla città metropolitana di Milano, ignorando l'omogeneità dell'area brianzola che è compresa fra i vertici delle città di Lecco, Como e Monza ed è distinta storicamente dall'area di Varese; inoltre, appare contraddittorio il mantenimento di una distinta provincia per Sondrio.

Quanto alle città metropolitane, che dovrebbero costituirsi intorno ad agglomerati urbani che presentano una continuità omogenea, oltre al già citato caso dell'inclusione nell'area milanese dell'intera provincia di Monza e della Brianza, ricorda il caso delle province di Prato e Pistoia, interamente riunite nella città metropolitana di Firenze. A tale riguardo, pur mantenendo inalterata l'architettura del sistema, sottolinea la necessità di inserire elementi di flessibilità al fine di prevedere la possibilità di modifiche nella fase di attuazione, anche attraverso la consultazione delle popolazioni interessate in merito al destino dei comuni.

Il senatore BOSCETTO (PdL) sottolinea la necessità inderogabile di rispettare la scadenza naturale dei consigli provinciali per evitare gravi violazioni di diritti che hanno rango costituzionale, in particolare quelli di elettorato attivo e passivo. A tale riguardo, ricorda le argomentazioni contenute nella sentenza della Corte costituzionali n. 48 del 2003, che ha sottolineato il diritto degli enti elettivi e dei loro rappresentanti eletti al compimento del mandato conferito nelle elezioni, come aspetto essenziale della stessa struttura rappresentativa degli enti che coinvolge anche i rispettivi corpi elettorali. Illustra, quindi, le proposte dirette a rinviare l'elezione degli organi provinciali al 2016, quando saranno venuti a scadenza tutti i consigli provinciali attualmente in carica. In alternativa, si potrebbe prevedere che le elezioni si svolgano nel 2014, rinviando al 2016 quelle per le province i cui organi scadranno in quell'anno.

Il senatore VITALI (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, invita la Presidenza a considerare l'opportunità di accelerare l'esame, tenuto conto che la discussione in Assemblea potrebbe iniziare già la prossima settimana.

Il PRESIDENTE assicura che tale ipotesi sarà considerata dalla Presidenza. Inoltre, ricorda che giovedì 6 dicembre, alle ore 15, l'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari terrà un incontro con una delegazione del Consiglio d'Europa in merito alla Carta europea delle autonomie locali.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

CONVOCAZIONE DI UNA SEDUTA

Il PRESIDENTE avverte che la Commissione è convocata per un'ulteriore seduta oggi, martedì 4 dicembre, alle ore 17,30.

La Commissione prende atto.

La seduta termina alle ore 11.

Gli emendamenti e l'ordine del Giorno presentato sono on line sul sito del Senato al seguente indirizzo
http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=SommComm&leg=16&id=691094

Nel frattempo, nell'audizione in Commissione bicamerale per le questioni regionali, dedicata al decreto sul riordino delle Province, del Ministro Filippo Patroni Griffi, sono stati toccati i temi della vita delle Giunte nella fase di transizione, la scelta dei capoluoghi e gli spostamenti del personale.

"Sulla vita delle giunte valuteremo proposte correttive - ha annunciato il ministro - nella fase di transizione". In tema di uffici territoriali del governo, il ministro ha invece spiegato "che serve un criterio certo, mentre il governo si limiterà a dare una cornice normativa, ma ogni singolo Ministero avrà la possibilità di decidere la propria organizzazione per il proprio ambito, quindi tenendo conto di esigenze particolari". Su questo aspetto Patroni Griffi ha annunciato che a breve verrà approvato un dpr dal Consiglio dei ministri, che potrebbe avere un via libera anche nella seduta di domani (oogi per chi legge). Tuttavia, ha aggiunto, "nel decreto di riordino sono già previste forme di consultazione tra Stato e Autonomie per identificare la migliore allocazione degli Uffici".

Sulla scelta dei capoluoghi, tema trattato nella maggior parte degli emendamenti presentati in Commissione Affari Costituzionali del Senato, "serve un criterio certo", ha detto Patroni Griffi. Altro tema affrontato quello del personale: "il trasferimento degli addetti è legato alle funzioni e non al riordino". Ha poi aggiunto che "i problemi sul territorio verranno risolti con meccanismi di mobilità", visto che "non possiamo più permetterci un ammontare di spese sul territorio come accadeva in precedenza e quindi con economie di scala si potranno avere a disposizione più risorse per i servizi". Il ministro ha poi giudicato "positivamente", al termine dell'audizione, l'auspicio della Commissione bicamerale per la conversione del decreto legge. "Anche perché ho visto - ha osservato - una piena consapevolezza delle conseguenze sul piano istituzionale che deriverebbero dalla mancata conversione, a cominciare dalle funzioni delle Province. E questo auspicio della Commissione non può che essere quindi anche del governo. "Il quale - ha affermato poi - ha dato la disponibilità a emendamenti di carattere generale, mentre crediamo che quelli più localistici metterebbe noi tutti in una sorta di suk che non riusciremmo a governare"(ANSA).


Milano, 5 dicembre 2012