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Ritirata pregiudiziale costituzionalità in Senato su dl 188
Termine emendamenti fissato per lunedì 3 dicembre alle ore 18

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(A.S. 3558) Conversione in legge del decreto-legge 5 novembre 2012, n. 188, recante disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane.

Sulla questione pregiudiziale, in Commissione Affari Costituzionali sono intervenuti i senatori BIANCO (PD), TOFANI (PDL), CALDEROLI (LNP) e il Ministro PATRONI GRIFFI. Ritirata la questione pregiudiziale, è stato fissato per le ore 18 di lunedi 3 dicembre prossimo, il termine per gli emendamenti.

Di seguito il resoconto completo della seduta della Commissione.


(Seguito dell'esame e rinvio)

Prosegue l'esame, sospeso nella seduta antimeridiana del 15 novembre.

Il senatore DI STEFANO (PdL) comunica di sottoscrivere la questione pregiudiziale presentata dal senatore Tofani e da altri senatori e illustrata nella seduta antimeridiana del 14 novembre.

Il senatore TOFANI (PdL) chiede che sulla questione pregiudiziale si svolga un dibattito approfondito.

Il PRESIDENTE avverte che, qualora sia mantenuta, sulla questione pregiudiziale può prendere la parola un senatore per ciascun Gruppo parlamentare e per non più di dieci minuti.

Il senatore BIANCO (PD) si rivolge ai proponenti della questione pregiudiziale, invitandoli a ritirarla. Pur condividendo alcune perplessità sul contenuto del provvedimento, ritiene che le rassicurazioni del Governo e la disponibilità a tenere conto del dibattito che si svolgerà in Commissione e successivamente in Assemblea al fine di apportare adeguate modifiche, debba indurre a un ripensamento. Occorre considerare, fra l'altro, che nel frattempo dispiegano i loro effetti le disposizioni dei decreti-legge precedenti che hanno introdotto norme sulla stessa materia.

Conclude, preannunciando il voto contrario del suo Gruppo sulla proposta di questione pregiudiziale e confermando la volontà di contribuire alla elaborazione di alcune proposte di modifica del decreto-legge.

Il senatore TOFANI (PdL) ritiene che le disposizioni del decreto-legge determineranno conseguenze dannose nei territori, senza produrre risparmi di spesa. Si rammarica che il Governo non abbia raccolto le indicazioni proposte con la questione pregiudiziale e lo sollecita a precisare il proprio orientamento sui problemi evidenziati. Inoltre, nota che un eventuale accoglimento della questione pregiudiziale non ostacolerebbe l'esame: infatti, la Commissione potrebbe proseguire nel confronto, fino a che la questione pregiudiziale non sia eventualmente approvata dall'Assemblea.

Il senatore CALDEROLI (LNP) condivide l'impressione del senatore Tofani, secondo cui il decreto-legge determinerà gravi rischi per la tenuta istituzionale del Paese. Ricorda la prescrizione dell'articolo 133 della Costituzione, che impone l'iniziativa dei comuni in relazione alla modifica delle circoscrizioni provinciali: in proposito, rileva che il Governo non ha tenuto conto neppure dei pareri espressi da alcuni Consigli delle autonomie locali che si sono pronunciati.

Inoltre, osserva che il decreto-legge incide sull'elettorato passivo. Infatti, la decadenza degli organi provinciali - disposta con provvedimento d'urgenza - contraddice le disposizioni costituzionali che garantiscono i diritti elettorali. Il problema si pone non solo per i consiglieri provinciali, ma soprattutto per i componenti delle giunte che, essendosi dimessi dalla carica di consiglieri in considerazione delle incompatibilità previste dalla legge, si trovano a perdere immediatamente sia la prerogativa di assessori sia quella di consiglieri.

Manifesta la disponibilità a ritirare la propria adesione alla questione pregiudiziale, se il Governo confermerà le dichiarazioni, rese anche informalmente, di disponibilità a tenere conto delle obiezioni emerse nel dibattito, con particolare riferimento alla possibile lesione del diritto di elettorato passivo.

Il ministro PATRONI GRIFFI ricorda che il Governo, al suo insediamento, ha preso in considerazione le iniziative legislative pendenti nei due rami del Parlamento in materia di riordino o soppressione delle province e di Carta delle autonomie. Con l'articolo 23 del decreto-legge n. 201 del 2011 sono state introdotte disposizioni relative agli organi delle province, alle modalità per la loro futura elezione e alle funzioni degli enti. Successivamente con il decreto-legge n. 95 del 2012 è stato recepito l'esito, largamente condiviso dai due rami del Parlamento, del dibattito svolto sull'ordinamento degli enti locali e si è definito un percorso sulla base dei criteri della quantità di popolazione e dell'estensione del territorio. Inoltre, è stata confermata la decisione di configurare le province come enti di secondo grado e di attribuire loro funzioni fondamentali, ma solo a decorrere dall'entrata in vigore dell'effettivo riordino.

Precisa che il Governo dà una lettura dell'articolo 133 della Costituzione nel senso che l'iniziativa dei comuni è necessaria per modifiche specifiche delle circoscrizioni provinciali, per cui occorre l'iniziativa dei comuni coinvolti. Un'interpretazione più estensiva, nel senso prospettato dal senatore Calderoli, a suo avviso non sarebbe coerente con la ratio di quella disposizione, in quanto implicherebbe in ipotesi l'attivazione di tutti i comuni del territorio nazionale.

Infine, precisa che il decreto-legge in esame contiene disposizioni sostanzialmente attuative degli articoli 17 e 18 del decreto-legge n. 95 del 2012, già convertito in legge.

Conclude, confermando la massima disponibilità del Governo a risolvere alcuni aspetti critici, nella salvaguardia dei princìpi fissati con i provvedimenti già adottati e compatibilmente con i termini per la conversione in legge. Il Governo annette un significato prioritario al provvedimento in esame, sia per le modifiche ordinamentali sia per i risparmi di spesa che potrà determinare attraverso il riordino degli uffici periferici dello Stato e le economie di scala connesse all'accorpamento delle province, nonché per l'istituzione effettiva delle città metropolitane. Precisa che la disponibilità del Governo riguarda anche i temi più critici, come la decadenza degli organi in carica e l'individuazione dei capoluoghi. Tuttavia il Parlamento, nella sua vocazione naturale alla sintesi istituzionale, potrebbe cogliere l'occasione per rendere tangibile la capacità di individuare soluzioni equilibrate e coerenti, risolvendo le inevitabili resistenze che si determinano a livello locale.

Il PRESIDENTE invita i proponenti a indicare se intendono mantenere o meno la questione pregiudiziale.

Il senatore CALDEROLI (LNP), intervenendo sulle dichiarazioni del ministro Patroni Griffi, ricorda che le disposizioni richiamate e convertite in legge dal Parlamento facevano parte di un testo approvato con voto di fiducia. Le disposizioni del decreto-legge in esame rischiano di lasciare insoddisfatto sia chi propone la soppressione delle province sia coloro che, come lui, intendono confermarle. Peraltro, appare irragionevole la previsione - adottata con decreto-legge - di attribuire agli uffici territoriali del Governo funzioni che appartengono agli enti territoriali.

Ciò nonostante, riponendo fiducia nelle rassicurazioni del Governo, ritira il suo appoggio alla questione pregiudiziale.

Il senatore TOFANI (PdL) osserva che il dibattito sulla questione pregiudiziale è stato utile per orientare l'esame nel merito. In considerazione delle garanzie fornite dal rappresentante del Governo, anche a nome degli altri firmatari, ritira la questione pregiudiziale.

Il PRESIDENTE avverte che, pertanto, dalla prossima seduta si procederà alla discussione generale, e si svolgerà quindi un ciclo di audizioni in sede informale. Inoltre, propone che il termine per la presentazione di emendamenti per le ore 18 di lunedì 3 dicembre.

La Commissione conviene.

Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

SCONVOCAZIONE DELLA COMMISSIONE

Il PRESIDENTE avverte che la seduta di domani, giovedì 22 novembre, già convocata alle ore 14, non avrà luogo.

La Commissione prende atto.

La seduta termina alle ore 15,30.


Milano, 21 novembre 2012