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Riordino Province, le richieste Upl ai parlamentari il 17/11
Intervenire su tagli a servizi, altrimenti dissesto finanziario

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"Introdurre una norma chiara per l'elezione diretta da parte dei cittadini dei Presidenti e dei Consigli delle Province, sollecitare il Governo a ridurre i tagli che, soprattutto in Lombardia, non sono tagli alle risorse ma ai servizi e valutare attentamente i confini geografici delle nuove Province, evitando di costruire mostri istituzionali di 2 milioni di abitanti impossibili da amministrare."
Queste le principali richieste che l’Unione Province Lombarde ha avanzato oggi ai parlamentari eletti sul territorio regionale nel corso di un incontro straordinario che si è svolto a Palazzo Isimbardi in merito al decreto legge sul riordino delle Province recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri.
"Ora tocca a loro - sostiene il Presidente dell’UPL e numero uno della Provincia di Sondrio, Massimo Sertori -, nelle rispettive Commissioni, far sentire la voce della Lombardia. Se questa riforma rimarrà così com'è, le Province lombarde diventeranno mere esattrici per conto dello Stato e dovranno versare a Roma una quantità ancora più cospicua di risorse prodotte sul territorio, sotto forma di tributi, che invece dovrebbero continuare a servire per costruire strade e occuparsi della manutenzione delle nostre scuole." I tagli lineari, quindi, prima ancora del declassamento delle Province ad enti di secondo livello, determineranno il default di questi enti: "In qualità di legali rappresentanti delle Province - sottolinea Sertori - dobbiamo avvisare tutte le istituzioni della situazione di estrema emergenza in cui ci troviamo, che ci impedirà di chiudere i bilanci, pagare i fornitori e garantire i servizi, anche minimi, ai cittadini." Di qui, le altre richieste avanzate dalle Province ai parlamentari lombardi, con l'auspicio che possano far ragionare il Governo sugli errori contenuti nel decreto di riordino: ripristinare la durata dei mandati in corso, democraticamente sanciti dal voto popolare, eliminare la prevista soppressione delle giunte dal 1 gennaio 2013, illogica e illegittima, eliminare la previsione del trasferimento delle funzioni dalle Province ai Comuni da parte della Regione, che aumenta i costi e rende incerto il futuro dei servizi.
“Da parte dei rappresentanti delle Province, siano essi presidenti, assessori o consiglieri, il giudizio è unanime al di là delle appartenenze politiche – ha dichiarato il presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà -. Siamo d’ accordo su una riforma del corpo dello Stato, anche partendo dagli Enti intermedi, ma il decreto di riordino che dovrà essere convertito in legge dal Parlamento, è assolutamente inadeguato a tutelare gli interessi dei cittadini. Oltre ai tagli lineari, che penalizzano le Amministrazioni virtuose, non abbiamo indicazioni precise sulle nuove funzioni, mentre ai cittadini sarà negato il diritto alla legittima rappresentanza. Senza, poi, ottenere un euro di risparmio. Per queste ragioni, non capisco la ratio del provvedimento. Dai parlamentari presenti, alcuni interventi mi sono sembrati in sintonia. So anche che ci sono sollecitazioni da parte di varie espressioni politiche e istituzionali. Certo, ammetto che mi sarei aspettato più deputati e senatori. Ancora una volta, hanno, invece, dimostrato di essere più interessati a salvare le proprie poltrone e infinitamente meno attenti a ciò comportano sulla pelle dei cittadini alcuni interventi capaci solo di ridurre l’efficienza dei servizi”.

Di seguito i parlamentari che hanno partecipato all’incontro: Roberto Calderoli; Matteo Salvini; Lara Comi; Jonny Crosio; Fabio Meroni; Pierguido Vanalli; Mariella Bocciardo; Marco Desiderati; Erika Rivolta; Nicola Molteni; Sandro Mazzatorta; Marilena Adamo; Daniela Mazzucconi; Marco Maggioni; Daniele Bosone e Daniele Molgora (anche Presidenti delle Province, rispettivamente, di Pavia e Brescia).

Milano, 17 novembre 2012