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Incontro Upl con parlamentari lombardi e segretari di partito
Sabato 17/11 ore 11 a Milano per riordino Province (DL 188)

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Lo scorso 31 ottobre il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge di riordino delle Province (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 6 novembre 2012, n. 188) che, nelle intenzioni del Governo, dovrebbe concludere il complesso iter previsto nella Legge n. 135/2012 “spending review” – passato attraverso le ipotesi del Consiglio delle Autonomie locali e le proposte delle Regioni – con il prossimo e decisivo esame da parte del Parlamento chiamato ad esprimersi sull’eventuale conversione.

Al di là della costituzionalità della riforma (che non si basa sull’art. 133 della Costituzione), su cui si pronuncerà la Consulta a seguito del ricorso di alcune Regioni tra cui la Lombardia, evidenziato che il decreto-legge non è in ogni caso, a differenza di quanto previsto nella Legge 135, atto di “iniziativa governativa” ma un atto legislativo del Governo (come ha rilevato nel suo parere all'UPI l’ex Presidente della Corte Costituzionale, Valerio Onida) e che non ci sono i presupposti di necessità ed urgenza (nessun risparmio), le Province lombarde devono rilevare l'ennesimo cambio di rotta del Governo.

Infatti, se con il decreto legge n. 201/2011 convertito nella Legge n. 211/2011 “Salva Italia” il Governo aveva deciso lo svuotamento delle Province, eliminando funzioni proprie, future giunte e i consiglieri provinciali eletti (trasformandoli in nominati da Sindaci e Consiglieri comunali), mentre con il decreto-legge n. 95/2012 convertito nella citata Legge 135 aveva cambiato idea, riattribuendo funzioni importanti alle Province pur sottoponendole ad una riduzione nel numero, con questo nuovo decreto-legge il Governo, dietro la riforma di facciata, ritorna al primo disegno evidentemente mai sopito.
Dopo aver deciso di ridurre drasticamente le risorse alle Province in questi mesi (di 500 milioni per il 2012, di 1.200 milioni per 2013 e 2014 e di 1.250 per il 2015, cioè un terzo del totale di 12 miliardi di spesa per i servizi ai cittadini e non di costi della politica e della struttura), il Governo infatti sopprime addirittura le Giunte nel 2013, interrompe mandati in corso democraticamente sanciti dai cittadini, impone alle Regioni di trasferire le funzioni delle Province ai Comuni e mantiene – in attesa che la Corte Costituzionale si pronunci prima o poi sul ricorso di numerose Regioni contro il decreto “Salva Italia” – il sistema elettorale di secondo livello per le Province.

Di fronte a questa operazione sostanzialmente abolizionista camuffata da razionalizzazione e riduzione e nascosta grazie al clamore dei campanili che rivendicano un valore ai territori che invece sono del tutto scientificamente cancellati, le Province lombarde, riunite il 5 novembre u.s. in sede di Consiglio Direttivo UPL, formulano le seguenti richieste, per ristabilire un minimo di decenza istituzionale e non approvare la solita riforma incompiuta, insensata e abborracciata, con valore esclusivamente demagogico:

1) introdurre una norma semplice e chiara, al posto di quella attuale pasticciata e cambiata più volte in pochi mesi, per l'elezione diretta da parte dei cittadini, dei Presidenti e dei Consigli delle Province. Questo deve valere anche per la città metropolitana di Milano che, per la sua particolare condizione economico-sociale dimostrata anche dall'unanime consenso politico registrato sul punto, necessita di una disciplina comunque speciale che consenta l'elezione a suffragio universale e diretto dei suoi amministratori, non scelti tra i Sindaci e i Consiglieri comunali, ma tra personalità esterne ai Comuni, che sappiano guidare l'area più importante del nostro Paese, con indipendenza ed autorevolezza;

2) sollecitare il Governo a ridurre i tagli alle risorse che, come descritto sopra, sono insostenibili e porterebbe al dissesto finanziario le Province lombarde che, pur virtuose, sono inoltre penalizzate nella spesa media pro-capite; in caso contrario, come abbiamo evidenziato ai titolari degli uffici giudiziari, civili, contabili e penali, non si potrà attribuire alcuna responsabilità ai Presidenti delle Province lombarde, in quanto legali rappresentanti degli Enti, per eventuali default;

3) ripristinare la durata dei mandati in corso, democraticamente sanciti dal voto popolare, ricordando che la Corte Costituzionale ha sentenziato che la durata degli organi elettivi locali, fissata dalla legge, non è liberamente disponibile nei casi concreti e le ipotesi eccezionali di abbreviazione del mandato elettivo devono essere preventivamente stabilite in via generale dal legislatore e sono individuate, nell’141 del Testo Unico degli enti locali, in atti contrari alla Costituzione, gravi e persistenti violazioni di legge, gravi motivi di ordine pubblico, impossibilità ad assicurare il normale funzionamento di organi e servizi;

4) eliminare la prevista soppressione delle Giunte dal 1° gennaio 2013, illogica e illegittima (come ha più volte sentenziato la stessa Corte Costituzionale), oltre a rendere difficoltosa e problematica l’operatività dell’Ente;

5) eliminare la previsione del trasferimento delle funzioni dalle Province ai Comuni da parte della Regione, in palese contrasto con il mantenimento apparente delle Province ed invece in linea con il loro sostanziale svuotamento, che determina un evidente aumento dei costi e crea un’incertezza sul futuro dei servizi;
6) valutare attentamente i confini geografici delle nuove Province, evitando di costruire mostri istituzionali.

Per approfondire tali questioni, il Direttivo UPL ha ritenuto opportuno convocare un incontro urgente con i parlamentari lombardi e i segretari nazionali e regionali dei partiti, che si terrà a Milano, sabato 17 novembre alle ore 11, presso la Sala Consiglio della sede provinciale di Palazzo Isimbardi in Via Vivaio 1.

All'incontro parteciperanno i Presidenti delle Province lombarde, i Presidenti dei Consigli provinciali, gli Assessori e Consiglieri provinciali.


Milano, 13 novembre 2012