Archivio Agenda Credits Siti utili Contatti Documenti News Guida UPL Chi Siamo Home
Riunito il Consiglio Direttivo Upl il 5 novembre a Milano
Definite iniziative urgenti, appello ai parlamentari lombardi

Versione stampabile Versione Stampabile

Foto/Video

“Il torto più grande del Governo è nei confronti dei cittadini. Stabilire per decreto legge che i Presidenti delle Province non saranno più eletti dal popolo ma verranno nominati dai partiti è inaccettabile e riporta la politica a prima della legge n.81 del 1993. Crediamo, infatti, che l’elezione diretta dei Sindaci e dei Presidenti sia stata una delle scelte più intelligenti a maggior garanzia del diritto degli elettori di scegliere i propri amministratori esercitando sugli stessi una costante azione di controllo e di giudizio. Impensabile il venire meno di questo principio, in difesa del quale continueremo a batterci”.
A parlare è il Presidente dell'Unione Province Lombarde, Massimo Sertori, a margine del Consiglio Direttivo che si è riunito in via straordinaria questa mattina a Palazzo Isimbardi sul decreto di riordino delle Province appena approvato dal Consiglio dei Ministri. La questione dell’elezione diretta dei Presidenti, insieme ad altri due punti, è il fulcro della battaglia contro la riforma voluta del Governo: “I tagli ai nostri enti non solo non distinguono minimamente tra amministrazioni virtuose e non, ma sono talmente insostenibili che viene da pensare si tratti di un errore. Con queste misure le Province, indipendentemente dai nuovi confini, andranno in default finanziario: tra tagli lineari e vincoli del patto di stabilità, infatti, non riusciremo a chiudere i bilanci, e quindi non riusciremo a garantire i servizi base alla popolazione, dalla manutenzione di scuole e strade, al pagamento dei fornitori, questo solo per fare alcuni degli esempi più eclatanti. E se anche le funzioni, ora delle Province, fossero trasferite ai Comuni, con queste pesantissime riduzioni non vi sarebbe comunque la possibilità di mantenere qualità e numero degli attuali servizi ai cittadini”.
Per questo, i Presidenti delle 12 Province, invitano tutti i parlamentari eletti in Lombardia, chiamati alla conversione del decreto, a prendere posizione: “Vogliamo che sia fatta chiarezza intorno a questa riforma - sottolinea Sertori - e che emerga chiaramente qual è la volontà politica in Lombardia. Per questo proporremo un incontro a tutti i parlamentari e i segretari dei partiti politici. L’auspicio è che anche loro difendano il loro territorio con coerenza, nella loro provincia di appartenenza così come a Roma. Finora è stata del tutto ignorata la questione centrale, che invece dovrebbe essere il presupposto di qualsiasi riforma: al Nord, infatti, le Province svolgono numerose funzioni pur costando la metà, a volte anche un terzo, rispetto a quelle del resto del Paese.”
Un incontro con le forze politiche lombarde, quindi, ma non solo, anche una dettagliata relazione ai titolari degli uffici giudiziari, civili, contabili e penali, nonchè agli uffici territoriali del Governo (Tribunali, Procure, Corte dei Conti e Prefetture): “Essendo il Presidente della Provincia il rappresentante legale dell’Ente, riteniamo che sia un atto dovuto e di responsabilità da parte nostra - afferma Sertori – informare preventivamente tutte le autorità sopracitate delle ripercussioni che il nostro territorio subirà a causa di queste disposizioni, che se rimarranno tali ci impediranno di garantire i servizi essenziali fino ad oggi erogati ai cittadini e dunque di svolgere degnamente il nostro lavoro”.

Sulla stessa linea il presidente della Provincia di Milano e vicepresidente dell’Upl, Guido Podestà: “Il decreto-legge di riordino varato dal Governo – sottolinea - impedisce alle Province di garantire servizi adeguati ai cittadini, conducendole ad una morte per asfissia. Gli effetti dei tagli, divenuti ormai insostenibili, sono, oggi, aggravati dall’impossibilità di disporre, dal 1° gennaio, di una Giunta. Quanto ai trasferimenti statali, ricordo che, nel corso di un tavolo di esperti del ministero delle Finanze e dell’Upi, venne stabilito che i tagli del 2012 non avrebbero superato i 300 milioni. Nonostante ciò, dopo averne disposti 500, l’Esecutivo ha aumentato quelli relativi all’anno prossimo da 1 a 1,2 miliardi. A rigor di logica, sarà, purtroppo, premiato chi governa male e, di conseguenza, saranno penalizzate le amministrazioni lombarde, la cui spesa pro-capite equivale a soli 100 euro. A dispetto di aree nelle quali ammonta, addirittura, a 300 euro (200 la media italiana). Credo che il tema sia stato trattato come una sorta di “Risiko”, che ha impedito l’analisi di aspetti cruciali come le funzioni, le risorse e i piani di investimento triennali della fase intermedia. Una situazione, questa, che pesa sui servizi collettivi, su tutti la manutenzione delle strade e delle scuole, le politiche del lavoro. Infine, credo sia doveroso scongiurare un’ipotesi di “ente di secondo livello”. Ciò consegnerebbe le Province alle segreterie dei partiti, mentre il peso della burocrazia si rivelerebbe di gran lunga maggiore”.

“Invito il Ministro Patroni Griffi ad un incontro pubblico: in quella occasione ci aspettiamo un chiarimento, quanto mai atteso, sui reali risparmi che questo progetto di riordino porterà nelle casse dello Stato”. Questa la proposta del Presidente della Provincia di Monza e Brianza, nonchè vicepresidente dell'Upl, Dario Allevi ai colleghi questa mattina.
“Considerando che questo Governo tecnico non è mai riuscito a quantificare una cifra in merito ai presunti risparmi prodotti dalla riforma”, Allevi ha proposto di invitare il Ministro in persona all’incontro pubblico aperto a tutti i Parlamentari eletti in Lombardia e ai Segretari politici di tutti i partiti sia nazionali che lombardi, per approfondire le intenzioni parlamentari rispetto alla conversione in legge del decreto di riordino delle Province.

“Come già annunciato – ha dichiarato nel corso del suo intervento il Presidente della Provincia di Lodi, Pietro Foroni, intervenendo davanti ai colleghi – ho insistito sull’urgenza di richiedere un incontro con i maggiori responsabili politici a livello nazionale. Dovranno essere presenti i parlamentari lombardi e tutti i segretari nazionali dei partiti oggi rappresentati in Parlamento. Le forze politiche non possono continuare a nascondersi dietro il Governo Monti. Questo Decreto Legge, che rischia di creare confusione istituzionale nei rapporti tra enti locali, dovrà essere convertito in legge dal Parlamento e vogliamo sapere la politica cosa ne pensa al riguardo. Al momento, chiara e univoca, come sempre, è solo la posizione della Lega Nord”.
“È indispensabile – continua Foroni - capire se, alla luce del decreto legge e al vuoto normativo creatosi intorno allo stesso, noi Presidenti ci troveremo a fare i commissari liquidatori, in un’ipotesi che ci vedrebbe senza l’apporto delle Giunte e senza le necessarie risorse per garantire i minimi servizi di base ai nostri cittadini, come per esempio la manutenzione delle strade e delle scuole. Venendo meno le Giunte, ci troveremo in una situazione di pseudo - commissari, sotto la sorveglianza del consiglio provinciale ma senza un’effettiva capacità decisionale nelle scelte di politica territoriale”.
“Quello che sorprende – continua Foroni a margine dell’incontro – che il Governo sta affrontando un argomento con una confusione sconcertante. Oggi, il Ministro Patroni Griffi, in un sua intervista ha dichiarato di non sapere neanche quali potrebbe essere i presunti risparmi di spesa, ma soprattutto, ha dimostrato di scoprire l’acqua calda dichiarando che una provincia come Isernia costa sette volte di più di quella di Milano. Peccato, però, che la sua riforma non interviene in questa direzione, ma solo tagliando le risorse alle province come le nostre, Lodi e Milano, che costano sette volte meno e si vedranno azzerati i servizi. Mentre la futura Provincia di Campobasso - Isernia, continuerà a sprecare risorse nel silenzio più assoluto”.
Domani, intanto, è attesa l’udienza pubblica della Corte Costituzionale in merito agli 8 ricorsi presentati dalle Regioni contro l’articolo 23 della Legge “Salva Italia”, in particolare contro le norme che svuotano di funzioni le Province e che prevedono il mutamento del sistema elettorale, con elezioni di secondo grado. Per quanto concerne la prossima convocazione, da parte dell'Unione delle Province d'Italia (Upi) del Consiglio Direttivo e dell’Assemblea Presidenti di Provincia e Presidenti di Consiglio, prevista a Roma per giovedì 8 novembre, il Direttivo UPL ha oggi deciso che sarà rappresentato dal Presidente della Provincia di Pavia, il Sen. Daniele Bosone, che in quell’occasione leggerà un documento preventivamente condiviso da tutti i Presidenti spiegando i motivi dell’uscita in blocco dall’UPI.


Milano, 5 novembre 2012