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Convegno a Milano il 12/10 con l'Università Bocconi e l'Europa
Riflessione su enti di governo intermedio con esperti internazionali

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Una giornata aperta a tutti per discutere sul ruolo e sul funzionamento dell’ente Provincia, mettendo a confronto la situazione italiana del livello intermedio di governo con quella di altri Paesi attraverso la testimonianza diretta di soggetti istituzionali internazionali e di studiosi di discipline economiche. Questa l’iniziativa organizzata dal Dipartimento Studi Giuridici "Angelo Sraffa" dell'Università Bocconi di Milano, con l'Associazione diritto pubblico comparato ed europeo e il sostegno dell'Unione Province Lombarde, che si è svolta negli scorsi giorni presso l’Aula 15 dell’Università Bocconi di Milano, in Via Sarfatti 25.

Il Convegno, dal titolo “Il rilievo della Provincia nel diritto comparato: casi nazionali a confronto”, ha analizzato, nello specifico, caso per caso: le funzioni svolte dall’ente locale intermedio e il contributo dato al governo di carattere multilivello della cosa pubblica; le risorse economiche assorbite dall’ente, con particolare attenzione ai profili dell’autonomia finanziaria; il tema del miglior dimensionamento della provincia o dell'istituzione omologa; la forma di governo e il rapporto degli organi con la cittadinanza locale.

Ad aprire i lavori della mattinata è stato il Presidente UPL (e della Provincia di Sondrio) Massimo Sertori, che ha introdotto così la giornata: “Vogliamo toccare con mano la fondatezza dell'assunto che la riforma delle Province ‘l'ha chiesta la Bce’ verificando, senza pregiudizi e con rigore scientifico, quale sia il ruolo dell'ente intermedio in Europa, nella convinzione che dietro a tutte le recenti manovre sugli Enti locali si nasconda una precisa volontà di restaurare il centralismo.”

L’iniziativa è stata condivisa da UPL con l'intento di contribuire al dibattito attualmente in corso su ruolo, dimensione e organi di governo delle Province in Italia. A tal fine, è stata analizzata l’esperienza di un nutrito gruppo di Paesi europei, di modo da evidenziare il contributo che l’ente fornisce all’assolvimento dei generali compiti dei pubblici poteri, e da arricchire così il novero di elementi di valutazione e di riflessione per le decisioni di carattere nazionale. L’evento, infatti, ha visto la partecipazione di esperti provenienti da tutto il continente, che hanno raccontato l’esperienza di Inghilterra, Francia, Germania, Spagna, Svezia, Finlandia, Ungheria e Belgio, anche con momenti di confronto con la realtà italiana, coordinati dal Direttore Upl Dario Rigamonti.

Nel pomeriggio, prendendo spunto dalle relazioni internazionali illustrate, si è poi svolta una tavola rotonda con i Presidenti delle Province di Milano - Guido Podestà, Pavia - Daniele Bosone, insieme a Filippo Giordano ed Edmondo Mostacci, dell’Università Bocconi. Si è così riusciti ad integrare il contributo offerto dal diritto comparato con la testimonianza di rappresentanti delle Istituzionali, dell'economia e della scienza delle finanze.

Nello specifico, è emerso che a livello europeo, di fronte alla crisi, la maggior parte dei Paesi ha sì reagito con una riforma complessiva dei livelli di governo (statale, regionale, locale) ma senza mai rinunciare all’ente equivalente alla Provincia, ovvero quello che, indipendentemente dal nome, è espressione democratica dei cittadini e svolge funzioni cruciali come il trasporto locale e la manutenzione di scuole e strade. “La motivazione è semplice, ed è emersa chiaramente da tutte le testimonianze che abbiamo ascoltato – sottolinea il Presidente dell'UPL – quelle svolte dalle Province sono funzioni che devono essere gestite a livello sovra-comunale, non solo per una questione di efficienza e vicinanza al territorio ma anche per ovvie economie di scala.

La realtà degli enti locali in Europa è variegata: si va dalla contea inglese, ai (land)kreise tedeschi e alle province del Belgio, dove il governo intemedio è anche struttura del decentramento territoriale dello Stato. Mentre in Francia e Spagna esistono enti simili alle province italiane ed è stato interessante sentire dalla viva voce degli studiosi le motivazioni (anche politiche) che hanno impedito il tentativo dei Primi Ministri Hollande e Rajoy di sopprimerle. In tutta Europa le realtà locali e la forma di amministrazione multilivello "sono certamente una realtà importante - ha sottolineato Giuseppe Ferrari, docente dell'Università Bocconi - del resto la democrazia rappresentativa prevede una serie di livelli intermedi. Certo, i nostri relatori hanno evidenziato che in tutta Europa vi è la tendenza al riordino nel senso di una riduzione degli enti locali, ma non vi è mai un'esigenza o un obbligo di legge e comunque la semplificazione significa spesso accentramento. Vi sono invece molti esempi di sperimentazione".

"Crediamo sia importante mantenere un ambito intermedio con elezione diretta anche in Italia - ha commentato Sertori -; siamo favorevoli a una riorganizzazione di tutti i livelli di rappresentanza - ha aggiunto - ma in modo organico". Non si possono fare riforme spot - ha concluso - e poi utilizzarle come manifesto facendo credere che le Province siano enti inutili". "Tutta la nostra società è articolata sulle province - ha commentato Guido Podestà, Presidente della Provincia di Milano - Io credo sia giusto ripensare i compiti delle Regioni in particolare per quanto riguarda le attività di tipo gestionale che dovrebbero tornare alle Province."




Milano, 12 ottobre 2012