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Riunito a Sondrio il 23 agosto il Consiglio Direttivo Upl
Punto sul riordino delle Province lombarde in attesa di Cal e Regione

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Il 23 agosto, presso la sede provinciale di Sondrio, si è riunito il Consiglio Direttivo Upl, presenti i Presidenti delle Province di Sondrio (Massimo Sertori, Presidente Upl) e di Milano (Guido Podestà, Vicepresidente Upl), i Presidenti delle Province di Bergamo (Ettore Pirovano), Lecco (Daniele Nava), Lodi (Pietro Foroni), Mantova (Alessandro Pastacci) e Varese (Dario Galli), gli Assessori delle Province di Brescia (Aristide Peli) e Pavia (Francesco Brendolise), il Presidente del Consiglio provinciale di Cremona (Carlalberto Ghidotti) e i colleghi di Lecco (Carlo Malugani) e Varese (Luca Macchi), il sub-commissario della Provincia di Como, Viceprefetto dott.ssa Giuliana Longhi e Dario Rigamonti, Direttore Upl.

Il Direttivo ha deciso di prendersi qualche settimana per stendere una puntuale relazione relativa al proprio territorio di competenza. Da questi documenti prenderà avvio un puntuale confronto interno all’Unione Province Lombarde per sottoporre al Consiglio delle Autonomie locali (Cal) - la proposta da presentare in Regione Lombardia in merito al riordino delle Province, così come stabilito dal Decreto Legge 95/12 convertito nella legge n. 135 dello scorso 7 agosto.

Il Presidente Sertori ha dato il via ai lavori per giungere nel più breve tempo possibile ad una decisione condivisa rispetto al futuro dell’Ente Provincia.
UPL responsabilmente dice sì ad una riorganizzazione delle Province ma predisposta in modo logico, razionale e ponendo al centro il cittadino, le sue necessità e i servizi.
La proposta dovrebbe arrivare all’Ufficio di Presidenza del Cal entro il prossimo 31 agosto o comunque in tempo utile - entro il 20 settembre – in modo da consentire allo stesso Cal di deliberare in merito.

“Nel proporre la nostra soluzione - spiega Massimo Sertori, incassando l’assenso di tutti gli altri Presidenti - abbiamo condiviso che non è possibile applicare in modo sterile i parametri dettati dal Governo, prescindendo da alcuni elementi fondanti al fine di preservare l’omogeneità dei diversi territori. Si dovrà, dunque, a mio avviso - prosegue Sertori - tener conto sì delle estensioni, ma anche dell’identità, della storia, della cultura e dell’equilibrio economico - sociale delle diverse aree. Ciò che oggi impone la legge - aggiunge il Presidente Upl - rischia di generare una vera e propria anarchia istituzionale. In Lombardia ci sono circa 10 milioni di abitanti e dal ’90 la Regione ha trasferito/delegato alle Province oltre 150 funzioni che si declinano in servizi ai territori e ai cittadini. Ora, in pochissimo tempo dobbiamo elaborare una proposta seria e convincente, certo non sarà facile. A preoccuparci molto - conclude Sertori - sono, inoltre, i tagli di bilancio previsti dal Governo che toccheranno i servizi primari. Questo fronte apre diverse questioni rispetto alle quali nessuno ancora da Roma ha fornito risposte concrete. Per esempio: dove troveremo le risorse per pagare il riscaldamento delle scuole superiori dopo il 31 dicembre? Chi, quale ente e con quali contributi si occuperà di trasporto pubblico locale, di strade, di ambiente? Sono solo pochi esempi dei tanti che si potrebbero fare. I cittadini devono sapere – conclude Sertori - che questa specifica decisione del Governo non genererà alcun risparmio, né il tanto auspicato contenimento della spesa pubblica, così come affermato dall’Ufficio Studi della Camera. UPL lavorerà compatta per trovare una soluzione”.

A margine del Direttivo Upl, é intervenuto anche il Presidente della Provincia di Milano, Guido Podestà, che ha dichiarato: “L'Unione delle Province lombarde e i dodici presidenti hanno lavorato, in questi anni, in grande sintonia. Desideriamo che l’applicazione dei criteri per il riordino delle province, sul quale restiamo critici in merito a particolari tematiche, sia applicabile nel rispetto delle caratteristiche sociali, economiche e culturali di ogni territorio. Credo, poi, che i parametri individuati dal Governo non debbano essere pedissequamente seguiti, sebbene non risulterà necessario stravolgerli. Abbiamo, inoltre, molte perplessità sulle risorse. Nonostante le province lombarde abbiano raggiunto un livello di efficienza straordinario, le riduzioni lineari ai trasferimenti statali continuano a premiare gli enti non virtuosi. Non è accettabile, faremo una battaglia che comprenderà anche la norma sul patto di stabilità. Quest'ultima non ci permette, infatti, di pagare in tempo le imprese che lavorano per la pubblica amministrazione creando disoccupazione e difficoltà al nostro sistema economico. Infine, su un punto concordiamo unanimemente: la futura provincia non potrà essere un ente di secondo livello. Gli italiani non vogliono più nominati ma poter decidere chi amministra attraverso la legittimazione determinata dal voto popolare. Quanto a Milano, abbiamo margine per lavorare sul progetto legato alla città metropolitana. Io, il sindaco Pisapia e gli altri primi cittadini dell'hinterland avevamo già concordato la necessità di un ente di area vasta. Continueremo ad operare per coltivare questa opportunità: Milano è la realtà italiana che, più delle altre, necessita di un governo di questo tipo, capace di gestire un sistema produttivo tale e anche un’area complessa come la nostra».


Milano, 24 agosto 2012