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Commissione Affari costituzionali Camera su ddl 3396 il 10/7
Esito favorevole su presupposti di costituzionalità con distinguo

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Legislatura 16ª - 1ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 412 del 10/07/2012

AFFARI COSTITUZIONALI (1ª)

MARTEDÌ 10 LUGLIO 2012 - 412ª Seduta

Presidenza del Presidente VIZZINI

Intervengono i sottosegretari di Stato per l'interno Ferrara e per lo sviluppo economico Vari.

La seduta inizia alle ore 15,05.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

Il PRESIDENTE riferisce l'esito della riunione dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei Gruppi parlamentari, che si è appena conclusa. In quella sede si è convenuto, di comune accordo, di proporre al Presidente del Senato una questione di competenza, ai sensi dell'articolo 34, comma 5, del Regolamento, per l'assegnazione anche alla Commissione affari costituzionali dell'esame in sede referente del disegno di legge n. 3396 (Conversione in legge del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, recante disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini), in considerazione del fatto che una parte rilevante delle disposizioni contenute nel decreto-legge n. 95 ha natura ordinamentale e riguarda materie di stretta competenza della 1a Commissione.

La Commissione prende atto.

IN SEDE CONSULTIVA

(3396) Conversione in legge del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, recante disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini

(Parere alla 5a Commissione, ai sensi dell'articolo 78, comma 3, del Regolamento. Esame. Parere favorevole)

Il presidente VIZZINI (UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI), relatore, illustra i motivi di necessità e urgenza del decreto-legge n. 95.

Si sofferma anzitutto sugli interventi che riguardano l’attività negoziale delle pubbliche amministrazioni, sul versante della spesa per l’acquisto di beni e servizi. Le misure adottate sono volte a superare il divario significativo, emerso dall'analisi svolta dal Commissario Bondi, tra il volume di acquisti tramite Consip e gli approvvigionamenti che le amministrazioni effettuano in autonomia. Per ridurre la differenza tra i due valori e attribuire a Consip il ruolo di "centrale acquisti" dello Stato, si prevede di accentrare e aggregare la domanda(tali misure non si applicano però al Servizio sanitario nazionale, per il quale è prevista una specifica regolamentazione).

Il programma di riduzione delle dotazioni organiche - che non si applica al comparto scuola e alta formazione artistica e musicale (AFAM), alle strutture del comparto sicurezza, al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, al personale amministrativo operante presso gli Uffici giudiziari e al personale della magistratura - prevede che le Amministrazioni dello Stato, incluse quelle a ordinamento autonomo, le agenzie, gli enti pubblici, economici e non, e gli enti di ricerca, devono ridurre le posizioni dirigenziali (di livello generale e non) e le relative dotazioni organiche, in misura non inferiore al 20 per cento. Devono inoltre procedere a una rideterminazione delle dotazioni organiche del personale non dirigenziale non inferiore al 10 per cento. È prevista poi la riorganizzazione degli uffici periferici su base regionale o interregionale, l' unificazione delle strutture con funzioni logistiche e strumentali, nonché la riduzione degli organici complessivi delle Forze armate in misura non inferiore al 10 per cento.

Un altro ordine di misure riguarda il patrimonio pubblico, che viene razionalizzato, e i costi delle locazioni passive, che sono ridotti. In particolare, tra l'altro, per il triennio 2012-2014 non si applica l’aggiornamento all’indice Istat del canone dovuto da tutte le amministrazioni pubbliche per l’utilizzo in locazione passiva di immobili per finalità istituzionali, prevedendo la facoltà del locatore di recedere dal contratto; si consente l’uso gratuito in favore dello Stato degli immobili di proprietà degli enti territoriali, a condizioni di reciprocità. Sono previste anche norme di accelerazione delle procedure di vendita di immobili militari.

Il Relatore, quindi, illustra le disposizioni in materia di società pubbliche: anzitutto, quelle sulla composizione dei consigli di amministrazione delle società a totale partecipazione pubblica; inoltre, è fatto divieto alle pubbliche amministrazioni di detenere, direttamente o indirettamente, partecipazioni in società controllate che abbiano conseguito per l’anno 2011 un fatturato da prestazione di servizi a favore di pubbliche amministrazioni superiore al 90 per cento. Dalla data di entrata in vigore del decreto (e fino al 31 dicembre 2015) i limiti per le assunzioni previsti per le società controllanti si applicano anche alle società controllate inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione; al fine di assicurare la parità degli operatori nel territorio nazionale, a decorrere dal 1° gennaio 2014 le pubbliche amministrazioni devono acquisire sul mercato beni e servizi mediante le procedure concorrenziali previste dal codice degli appalti. Dal 1° gennaio 2014, infine, l’affidamento diretto può avvenire solo a favore di società a capitale interamente pubblico nel rispetto della normativa comunitaria per la gestione in house, a condizione che il valore economico del servizio o dei beni oggetto di affidamento sia pari o inferiore a 200 mila euro annui.

Misure complementari riguardano le spese in materia di parco auto, gli incarichi consulenziali, la disciplina dei buoni pasto, delle ferie, dei riposi spettanti al personale, oltre al sistema di pagamento degli stipendi. Per quanto riguarda il parco auto si introduce, dal 2013, un limite pari al 50 per cento della spesa sostenuta per il 2011 da applicarsi all’acquisto, manutenzione, noleggio ed esercizio di autovetture, oltre che all’acquisto di buoni taxi. Si introduce poi il divieto di attribuire incarichi di studio e consulenza a personale in quiescenza, che abbia svolto nell'ultimo anno di servizio funzioni corrispondenti. Viene inoltre abrogata la normativa in materia di vice dirigenza.

Per i Ministeri e gli enti statali si prevede una riduzione di spesa per un importo di 1 miliardo e mezzo per il 2012 e di 3 miliardi a partire dal 2013. Con apposito regolamento, si provvederà ad assegnare ulteriori attribuzioni alle Prefetture-Uffici territoriali del Governo che assumeranno la nuova denominazione "Prefettura-Ufficio territoriale dello Stato". Si dispone anche in tema di riordino delle scuole pubbliche di formazione, al fine di individuare idonee forme di coordinamento. È prevista la soppressione di alcuni enti e società : l'INRAN, la Fondazione Centro sperimentale di cinematografia, l'’Ente nazionale per il Microcredito, l’Associazione Luzzatti, la Fondazione Valore Italia e la società Arcus S.p.A..

Si prevede anche la soppressione dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo (ISVAP) e della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP). Le funzioni dei due enti saranno accorpate dall’IVARP, che nasce come unico istituto per la vigilanza sulle assicurazioni e sul risparmio previdenziale. Per quanto riguarda la pubblica istruzione, l’Università e gli Enti di ricerca, le misure principali sono relative ai servizi di tesoreria per le scuole e al fondo per il loro finanziamento, le contabilità speciali scolastiche e il controllo di regolarità amministrativa e contabile, la riduzione del personale scolastico comandato presso il MAE con funzioni di coordinamento e gestione delle scuole italiane all'estero. Altre norme riguardano il personale inidoneo all'insegnamento (con impiego in attività amministrative), l'utilizzo del personale docente in esubero, nonché vincoli al turn over per il sistema universitario statale e per gli enti di ricerca.

Per una riduzione dei costi sanitari, il decreto interviene sulle condizioni di acquisto e fornitura di beni e servizi, sulla spesa per farmaci, sulla spesa per dispositivi medici. In tema di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati, è prevista una riduzione del budget assegnato alle singole strutture, rispetto al budget 2011, pari all’1 per cento per il 2012 e al 2 per cento per il 2013.

Un capitolo ulteriore riguarda gli enti territoriali. Si riducono di 700 milioni di euro per l’anno 2012 (e di 1.000 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013) i trasferimenti dello Stato alle Regioni a statuto ordinario, escludendo dalla riduzione le risorse destinate al Servizio sanitario nazionale. La ripartizione della riduzione tra le Regioni sarà determinata dalla Conferenza Stato-Regioni. Analoghe misure sono previste nei confronti dei Comuni e delle Province: per i Comuni la riduzione è pari a 500 milioni di euro per l’anno 2012 e a 2.000 milioni di euro a decorrere dall’anno 2013; per le Province la riduzione è di 500 milioni di euro per l’anno 2012 e 1.000 milioni di euro a decorrere dal 2013. La partecipazione delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome di Trento e Bolzano alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica avviene, secondo modalità stabilite in attuazione dei rispettivi statuti, per un importo di 500 milioni di euro per l’anno 2012, di 1.000 milioni di euro per l’anno 2013 e di 1.500 milioni di euro a decorrere dal 2014. Altre norme si riferiscono all'esercizio in forma associata dei servizi pubblici e funzioni amministrative nei comuni con popolazione inferiore a 1.000 abitanti e all'incentivo per favorire la fusione dei comuni.

Il decreto prevede la riduzione e l’accorpamento delle Province con l’obiettivo di dimezzare il numero attuale, sulla base di due criteri: la dimensione territoriale e la popolazione. La definizione esatta dei parametri per la dimensione territoriale e la popolazione sarà completata entro 10 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto, con apposito provvedimento del Consiglio dei ministri. I Comuni capoluogo di Regione sono esclusi dagli interventi di accorpamento e riduzione. Le Province che restano avranno competenze in materia ambientale, trasporti e viabilità. In attuazione del decreto "Salva Italia", sono devolute ai Comuni tutte le altre competenze che finora lo Stato aveva attribuito alle Province.

Entro il 1° gennaio 2014 saranno istituite le Città metropolitane di Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria. Contestualmente, saranno soppresse le corrispondenti Province.

Il Relatore nota che gli articoli finali dispongono circa la destinazione delle risorse derivanti dai risparmi: sarà possibile evitare l’aumento di due punti percentuali dell’IVA per gli ultimi tre mesi del 2012 e per il primo semestre del 2013 e potràessere estesaad altri 55.000 lavoratori la clausola di salvaguardia in materia pensionistica prevista dal decreto legge "Salva Italia".

Conclude, proponendo di riconoscere sussistenti i presupposti costituzionali che risiedono nella necessità di provvedere per la stabilizzazione della finanza pubblica, attraverso la riduzione delle spese, e di garantire al contempo, per quanto possibile, l’invarianza dei servizi ai cittadini, nonché di sospendere l’incremento dell’imposta sul valore aggiunto già disposto.

Si apre il dibattito.

Il senatore BIANCO (PD) preannuncia che il suo Gruppo voterà a favore della proposta avanzata dal relatore, tenendo conto delle motivazioni addotte nell'illustrazione del provvedimento, che reca disposizioni sollecitate anche dalle autorità europee. Tuttavia, nota che molte disposizioni hanno natura ordinamentale.

Il senatore BOSCETTO (PdL), a nome del suo Gruppo, preannuncia un voto favorevole.

Il senatore PARDI (IdV) dichiara il voto contrario del suo Gruppo: infatti, a suo avviso, molte delle disposizioni del decreto-legge non hanno i prescritti requisiti di necessità e urgenza.

Il senatore Mauro Maria MARINO (PD), in dissenso dal Gruppo, preannuncia che non parteciperà alla votazione. Anzitutto, esprime perplessità sul fatto che il provvedimento contiene molte disposizioni di natura ordinamentale. Inoltre, la soluzione individuata dal Governo per i lavoratori cosiddetti "esodati" sembra dedurre un principio giuridico da una motivazione meramente economica, in contrasto con il principio dell'articolo 3 della Costituzione.

Il senatore MALAN (PdL) dichiara che, in dissenso dal Gruppo, non parteciperà alla votazione. A suo avviso, non vi è nulla di tanto urgente da giustificare la soppressione di molte Province, istituzioni previste dalla Costituzione come enti costitutivi della Repubblica. Inoltre, nota che le Città metropolitane da istituire sacrificano gli interessi dei cittadini e, in un caso, includono territori di altitudine anche superiore ai 3000 metri.

Il senatore DIVINA (LNP) condivide alcune disposizioni contenute nel decreto-legge, ma nel complesso non vi sono i requisiti costituzionali di necessità e urgenza. A suo avviso, comunque, non dovrebbero essere adottate dal Governo, con provvedimento d'urgenza, disposizioni che riguardano enti previsti dalla Costituzione. Per tali motivi, preannuncia il voto contrario del suo Gruppo.

Accertata la presenza del prescritto numero di senatori, la Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.


Milano, 11 luglio 2012