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Punto sulla situazione del processo di riforma in atto delle Province
Gli interventi del Governo e del Parlamento al maggio 2012

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GLI INTERVENTI NORMATIVI DI RIFORMA DELLE PROVINCE

Interventi del Governo Monti

Con il Decreto Salva Italia 201/2011 il Governo Monti ha stabilito che:

- Cambia il sistema elettorale delle Province.

Non è più prevista l’elezione diretta da parte dei cittadini, ma una elezione di secondo livello: i Sindaci e i Consiglieri comunali dei Comuni ricadenti nel territorio delle Province eleggono al loro interno il Presidente di Provincia e il Consiglio Provinciale.

Non c’è incompatibilità di mandato: un sindaco (o un consigliere comunale) può essere allo stesso tempo anche Presidente di Provincia o Consigliere provinciale.

Il nuovo sistema elettorale si dovrà applicare alla scadenza naturale di mandato delle Province in carica.

Il Disegno di Legge è stata approvato in Consiglio dei Ministri in via definitiva il 6 aprile scorso, ed è stata trasmessa alla Camera dei deputati il 6 aprile scorso, ma ancora non è stata assegnata a nessuna commissione.

La prima immediata conseguenza di quanto previsto dal decreto salva Italia sul nuovo sistema elettorale delle Province è stato il Commissariamento delle Province che sarebbero dovute andare al voto nel 2012 (Ancona, La Spezia, Genova(ora commissariata), Vicenza, Como, Ragusa) e la mancanza delle elezioni per le Province che erano già commissariate (Belluno e Caltanissetta).

- Spettano Alle Province esclusivamente funzioni di indirizzo e coordinamento.

- Entro il 31 dicembre 2012 le funzioni attualmente in carica alle Province dovranno essere trasferite ai Comuni o alle Regioni.


Interventi del Parlamento

Senato

Da oltre 1 anno la Commissione Affari Costituzionali del Senato sta discutendo la Carta delle Autonomie, un testo che dovrà ridisegnare funzioni di Province e Comuni, già approvata dalla Camera dei Deputati.
Relatori del provvedimento sono i Senatori Bianco e Pastore.
La scorsa settimana sono stati depositati gli emendamenti al testo, che, per quanto riguarda le Province, assegnerebbero a queste istituzioni alcune delle funzioni previste dalla legge 42 del federalismo fiscale, quelle tipiche del governo di area vasta: governo del territorio, viabilità, mobilità, ambiente.

A quanto dichiarato dal Ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, l’orientamento generale di Governo e partiti politici sarebbe positivo a mantenere queste funzioni in capo alle Province.


Camera dei Deputati

La Commissione Affari Costituzionali della Camera sta lavorando alla definizione di una proposta unitaria di riforma costituzionale delle Province. L’orientamento dei partiti di maggioranza sarebbe quello di intervenire sugli articoli 114 e 133 della Costituzione.
L’articolo 133, attualmente, prevede che sia possibile modificare (quindi accorpare) le dimensioni di una o più province, con legge statale, su proposta dei Comuni che la compongono, sentite le Regioni.
La modifica su cui si sta ragionando porterebbe in capo alle Regioni la possibilità di modificare le dimensioni delle Province, sulla base di un limite dimensionale da inserire in Costituzione, che si aggirerebbe intorno ai 350/400 mila abitanti.


Risparmi attesi dalla modifica della legge elettorale

Quanto alla modifica della legge elettorale, risparmi attesi, secondo quanto scritto testualmente nella relazione alla legge, non ce ne sarebbero, o almeno non sono stimati. Anche perché, qualunque tipo di risparmio, anche minimo, non si potrebbe avere prima del 2016, quando arriveranno a naturale scadenza tutti i mandati delle Province attualmente in carica.


Risparmi attesi dalla Carta delle Autonomie (stima Upi)

La ridefinizione delle funzioni di Province e Comuni porterebbe intanto ad una maggiore efficienza della pubblica amministrazione, con l’eliminazione delle duplicazioni (funzioni svolte sia da Comuni che da Province) che attualmente producono eccesso di burocrazia e rallentano i processi.

Il solo efficientamento delle Province porterebbe 500 milioni di euro di risparmio (stima Certet Bocconi – ricerca riforma Province).
L’eliminazione degli enti strumentali, prevista dalla Carta delle Autonomie, e cioè di tutti le società partecipate, i consorzi, gli enti, le autorità d’ambito, che oggi esercitano funzioni delle Province e dei Comuni (per un costo medio annuo di 7,5 miliardi) porterebbe ad un risparmio di almeno 1,5 miliardi di euro.


Risparmi attesi dall’accorpamento delle Province

Il risparmio secco sull’accorpamento delle Province è pari a 500 milioni di euro (Fonte Certet – Bocconi).
Il vero risparmio in questo caso si avrebbe dal fatto che la riduzione delle Province comporterebbe come conseguenza la razionalizzazione degli uffici periferici dello Stato (Inps, Inail, Questure, Prefetture, Uffici scolastici, etc.) con un risparmio di almeno 2,5 miliardi di euro.


3 maggio 2012